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Coronavirus, variante brasiliana fino a 2 volte più trasmissibile e con alto rischio di reinfezione

La variante brasiliana potrebbe essere fino a due volte più trasmissibile e potrebbe eludere l’immunità sviluppata da una precedente infezione da Sars-CoV-2. È quanto emerge da uno studio preliminare condotto su Manaus, la città amazzonica duramente colpita dalla variante. Il lavoro, come riporta la BBC, parla di un tasso di possibile re-infezione che va tra il 25 e il 60 per cento.

Tuttavia, gli scienziati precisano che quanto rilevato non dovrebbe essere usato per prevedere cosa succederà in altri paesi. In effetti, uno dei ricercatori dello studio ha affermato che è improbabile che la variante P.1, la brasiliana, decolli rapidamente in Gran Bretagna, dopo che sono stati identificati sei casi attentamente monitorati.

«Occorrono molte introduzioni (di un virus, ndr) per iniziare un’epidemia», dice Ester Sabino, esperta di malattie infettive, dell’Università di San Paolo, Brasile. «Sei sono pochissime», aggiunge. I ricercatori stanno monitorando il coronavirus in Brasile da quasi un anno ormai. Manaus, come molte altre regioni del mondo, ha incontrato una prima grande ondata nella primavera del 2020.

Molte persone sono state infettate dalla versione originale del virus in quel momento, con i risultati degli esami del sangue che suggerivano che fino a tre quarti della popolazione aveva un certo grado di protezione o immunità da questa esposizione. Nonostante ciò, le persone a Manaus sono state duramente colpite da un’altra ondata di coronavirus in inverno.

Il team di ricerca del Brasile e dell’Imperial College di Londra ha studiato la genetica del coronavirus in alcuni di coloro che sono stati infettati tra novembre e dicembre. Gli studiosi dicono che la variante P.1 probabilmente è emersa all’inizio di novembre, ha dominato e si è diffusa rapidamente, causando molte reinfezioni.

I dati sono preliminari, ma corrispondono a ciò che gli esperti già si aspettavano e cioè che alcune di queste nuove varianti di coronavirus sono più contagiose e possono eludere parte dell’immunità che le persone potrebbero aver già costruito contro Covid-19.

Queste conclusioni sollevano numerosi interrogativi sul modo in cui gli attuali vaccini, progettati intorno alle versioni precedenti del virus, potrebbero funzionare e su come i paesi possano allentare le restrizioni senza che i contagi aumentino troppo. Sono già in corso lavori per riprogettare o modificare i vaccini con l’obiettivo di renderli più adatti ad alcune di queste nuove varianti.

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