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Il vaccino russo Sputnik V ha un'efficacia oltre il 95%

Un sanitario inietta un vaccino, foto archivio

Il vaccino russo Sputnik V ha un’efficacia «superiore al 95%» se si prendono in esame «i dati preliminari dei volontari ottenuti 42 giorni dopo la prima dose" (ovvero 21 giorni dopo la somministrazione della seconda dose). Lo rende noto l’istituto di ricerca Gamaleya pubblicando il secondo giro di analisi ad interim della sperimentazione in corso.

«I dati provvisori della ricerca saranno pubblicati in una delle principali riviste mediche internazionali peer-reviewed; dopo il completamento degli studi clinici di Fase III del vaccino Sputnik V, il Gamaleya fornirà l’accesso al rapporto completo degli studi clinici», si legge sul sito dedicato allo Sputnik V.

«Attualmente - prosegue la nota - 40.000 volontari stanno partecipando allo studio clinico post-registrazione doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, di Fase III del vaccino Sputnik V in Russia, di cui più di 22.000 volontari sono stati vaccinati con la prima dose e più di 19.000 volontari con la prima e la seconda dose. Non ci sono stati eventi avversi imprevisti durante gli studi. Il monitoraggio dei partecipanti è in corso».

«Il vaccino Sputnik V si basa su una piattaforma vettoriale adenovirale umana ben studiata che si è dimostrata sicura ed efficace, senza effetti collaterali a lungo termine, in più di 250 studi clinici condotti a livello globale negli ultimi due decenni - la storia dell’uso degli adenovirus umani nello sviluppo dei vaccini è iniziata nel 1953. Più di 100.000 persone hanno ricevuto farmaci approvati e registrati basati su vettori adenovirali umani», spiega la nota. «L'unicità del vaccino russo risiede nell’uso di due diversi vettori adenovirali umani che permettono una risposta immunitaria più forte e a più lungo termine rispetto ai vaccini che utilizzano uno stesso vettore per due dosi».

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