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Attacco a Vienna come al Bataclan, l'Europa ripiomba nell'incubo terrorismo: aumentano le vittime

Un attacco studiato, multiplo in una Vienna affollata alla vigilia del lockdown. Un commando in azione ha fatto ripiombare l'Europa nell'incubo del terrorismo, con una dinamica che assomiglia alla tragica notte del Bataclan di Parigi, il 13 novembre di 5 anni fa, con gli attentatori che hanno sparato a caso nei locali.
La matrice dell'attacco non è ancora chiara, ma cresce il bilancio delle vittime con almeno quattro civili morti, oltre all'attentatore ucciso dalla polizia, e almeno 17 feriti, di cui sette in pericolo di vita.
Tutto è cominciato vicino alla Sinagoga nella Seitenstettengasse, nel centro della capitale austriaca, dove molte persone si godevano l'ultima libera uscita prima della serrata dettata dal Covid-19: verso le 20 i primi spari, un'esplosione (forse uno degli assalitori che secondo alcune fonti si sarebbe fatto esplodere), diversi sospetti in fuga, un altro ancora arrestato.

La polizia viennese ha quindi invitato i residenti del centro a trovare riparo e non uscire di casa e a non diffondere foto o video dell'attacco in corso che avrebbe potuto mettere in pericolo agenti o passanti. I social si sono tuttavia riempiti di immagini, molte delle quali raccapriccianti, mentre testimoni scrivevano di aver udito "almeno 50 spari". Alcuni media hanno parlato anche di una presa di ostaggi in un ristorante giapponese, ma anche questa informazione al momento non è stata confermata.

"E' un attacco terroristico disgustoso", ha reagito il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, aggiungendo che l'Austria non si lascerà intimidire dal terrorismo. Ma è l'Europa intera - già fiaccata dalla pandemia - a condannare "un atto codardo", nel nome dell'unità "contro l'odio e la violenza".

Gli attentatori, un vero e proprio commando ben addestrato, potrebbe essere di 4 persone, secondo gli inquirenti. Iniziano intanto a trapelare le prime notizie sull'attentatore ucciso dalla polizia: all'alba il ministro dell'Interno austriaco, Karl Nehammer, ha rivelato la matrice islamista degli attacchi, sottolineando che l'uomo era un "simpatizzante" dell'Isis. E con il passare delle ore i media hanno dato corpo a questo scenario indicando che l'uomo era un giovane viennese di origini albanesi della Macedonia del Nord.

Secondo il responsabile della rivista austriaca Falter, Florian Klenk, si chiamava "Kurtin S." era "nato nel 2000 a Vienna, dove era cresciuto". Il giovane, ha aggiunto, era noto ai servizi di sicurezza antiterrorismo (Bvt) per essere stato uno dei 90 islamisti austriaci che hanno cercato di recarsi in Siria. Secondo altri media austriaci poco prima di entrare in azione l'uomo aveva prestato giuramento di fedeltà al nuovo leader dell'Isis Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi. Per il momento, però, gli attacchi non sono stati rivendicati mentre la Bild riferisce che avrebbe postato sui social il suo intento ieri.
Perquisizioni a tappeto e fermi sono intanto in corso nel Paese alla ricerca degli altri possibili attentatori. E anche la Germania, dopo una decisione analoga presa ieri dalla Repubblica ceca, ha alzato l'allerta controlli alle sue frontiere.
Quanto alle vittime civili, per ora è noto solo che si tratta di due uomini e due donne, una delle quali era una cameriera.
La polizia austriaca sta cercando in queste ore di ricostruire la dinamica degli attentati anche attraverso oltre 20mila video inviati online dal pubblico. Un team di 35 investigatori li sta esaminando. Nel complesso, sono al lavoro un migliaio di agenti provenienti anche dalla Niederösterreich e dal Burgenland, mentre 75 militari dell'esercito federale sono stati inviati a difendere gli obiettivi sensibili.

Oggi il governo austriaco, che si è riunito in una seduta speciale, ha decretato tre giorni di lutto nazionale. E il cancelliere Sebastian Kurz, ha parato alla nazione dicendosi "sconvolto" e sottolineando che si tratta di "un'ora buia per la Repubblica". Già nella notte aveva detto che si è trattato di un "attacco terroristico disgustoso", aggiungendo che l'Austria non si lascerà intimidire dal terrorismo.

L'attacco a Vienna, nel cuore dell'Europa, segna un ritorno al passato, agli attacchi di Parigi e di Bruxelles. Non si tratta più di lupi solitari, di cani sciolti che si ispirano forse lontanamente all'Isis o che "islamizzano" la loro rabbia e il loro radicalismo.
L'attacco alla capitale austriaca è stato portato da un gruppo organizzato, da un commando armato con fucili e pistole non con un coltello o un'ascia rudimentale. E' stato portato con freddezza e con un piano studiato nei dettagli.

E' ancora molto presto per fare analisi complete, ma la dinamica ricorda in maniera agghiacciante quella degli attacchi a Parigi, con i terroristi che si sono mossi per la città sparando a cittadini inermi. Le immagini riprese da alcune finestre mostrano un uomo vestito di bianco che si muove senza fretta, che prende la mira e spara con precisione.

Una cosa è certa. L'Europa fiaccata e prostrata dalla pandemia ripiomba nell'incubo del terrorismo organizzato. Le pronte reazioni giunte da tutte le capitali, la forte solidarietà all'Austria sono sicuramente le giuste risposte da dare a caldo.

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