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Muore a 30 anni in Usa dopo un covid party: "Pensavo fosse una bufala"

Tamponi per il coronavirus

"Penso di aver fatto un errore. Credevo fosse una bufala, ma non lo era": sono le ultime parole di un uomo di 30 anni ad un’infermiera, il giorno prima di morire dopo aver partecipato in Texas ad una party Covid-19, convinto che il coronavirus fosse solo un’invenzione.

A raccontarlo ai media è stata Jane Appleby, responsabile medico del Methodist Hospital di San Antonio, dove il paziente è deceduto. La dirigente non ha rivelato quando si è svolto il party, né quanti invitati ci fossero o dopo quanto tempo l’uomo è stato ricoverato. «Ho voluto condividere questa storia per ammonire tutti, a partire dai giovani, specialmente qui in Texas, uno degli Stati con un crescente numero record di contagi», ha spiegato. Nel Lone Star State ci sono stati finora oltre 3.200 morti e più di 258 mila casi, di cui 8.332 nelle ultime 24 ore.

Quella dei Covid party è una moda diffusasi in Usa per verificare l’esistenza del virus, negata da alcuni cospirazionisti, o per esporre intenzionalmente i partecipanti al coronavirus allo scopo di ottenere l’immunità. E’ partita dallo Stato di Washington, uno dei primi colpiti, e ha attecchito in diverse zone del Paese.

In Alabama sono stati scoperti persino raduni tra studenti universitari con premi in denaro a chi si ammala per primo. L’idea di farsi contagiare di proposito non è una pratica nuova in America. In passato, prima che ci fosse il vaccino, molti genitori erano soliti portare i loro figli alle cosiddette 'feste della varicella' per farli venire a contatto con altri bambini malati nella convinzione che fosse più pericoloso contrarla da adulti. Ma i medici avvisano che il coronavirus non si comporta come la varicella e può essere letale anche per i giovani, senza considerare che sopravvivere ad un contagio non è garanzia di immunità duratura. ANSA

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