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Caso Floyd: terzo morto nelle proteste, coprifuoco in almeno 25 città

Sempre più alta la tensione negli Stati Uniti per le proteste scatenate dalla morte dell’afroamericano George Floyd dopo l’arresto della polizia. Almeno tre persone sono state ferite da colpi d'arma da fuoco e una è morta nelle proteste nel centro di Indianapolis. La polizia sta ancora indagando e ha consigliato ai cittadini di evitare la zona. Anche un agente di polizia ha riportato lievi ferite. Salgono quindi a 3 i morti nelle manifestazioni, dopo  l'agente morto  a Oakland, in California, e il diciannovenne rimasto vittima negli spari a Detroit, in Michigan.

Proteste davanti alla Casa Bianca, dove centinaia di manifestanti si sono radunati. Gli agenti hanno usato lo spray urticante per disperdere la folla, ma i dimostranti hanno resistito e alcuni di loro hanno rimosso le barricate e lanciato frammenti di asfalto. E’ stato dato alle fiamme anche un bidone della spazzatura. La Guardia nazionale ha preso posizione intorno alla Casa Bianca.

Almeno 25 città in 16 stati - riferisce la Cnn - hanno imposto il coprifuoco. La Guardia Nazionale è stata inoltre attivata in circa una decina di stati e nel Distretto di Columbia.

Dall'inizio delle proteste gli arresti - secondo quanto riferisce l'Ap - sarebbero stati 1.400. Il candidato alla presidenza americano Joe Biden ha condannato la violenza delle proteste, sottolineando tuttavia che gli americani hanno diritto di manifestare. "Protestare contro tale brutalità è giusto e necessario. È una risposta assolutamente americana - ha dichiarato - ma incendiare le comunità e distruggere inutilmente non lo è. La violenza che mette in pericolo la vita non lo è. La violenza che distrugge e chiude le attività che servono alla comunità non lo è".

L'epicentro della rivolte resta comunque Minneapolis, dove ieri migliaia di persone hanno sfidato il coprifuoco del weekend e la guardia nazionale vandalizzando la casa di Chauvin e incendiando una pompa di benzina, un ufficio postale, una banca e un ristorante, prima che gli agenti - tre volte superiori a quelli schierati nelle proteste contro la segregazione razziale negli anni '60 - procedessero ad alcuni arresti ed impedissero che fosse data alla fiamme una nuova caserma.

A nulla è valso l'appello notturno del governatore Tim Waltz a tornare a casa: "Capisco la rabbia ma tutto questo non riguarda la morte di George Floyd, né le diseguaglianze, che sono reali. Questo è il caos", aveva ammonito. Ma le proteste sono scoppiate in oltre 30 città americane, con slogan identici: 'No justice, no peace' (nessuna pace senza giustizia) e 'I can't breathe', non riesco a respirare, la frase pronunciata da Floyd prima di morire.

A Detroit, in Michigan, un diciannovenne è stato ucciso da spari provenienti da un Suv indirizzati verso la folla che manifestava, mentre a Oakland, in California, un agente è morto e un altro è rimasto ferito da colpi di arma da fuoco, anche se secondo la polizia locale l'episodio "apparentemente non è collegato alle manifestazioni".

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