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"Ginocchio sul collo di George per 9 minuti": dilaga la protesta negli Usa, 2 morti

Da Detroit a Washington, da Oakland a Minneapolis si registrano scontri e proteste per la morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso da un agente durante un fermo. La situazione negli Usa sembra fuori controllo, tanto che il Pentagono ha messo in allerta la Polizia militare. Soprattutto a Minneapolis, dove per la quarta notte consecutiva sono stati registrati roghi e violenze.

La polizia ha risposto ai disordini dopo che è stato ignorato il coprifuoco delle 20. Una pompa di benzina ed un ufficio postale sono stati dati alle fiamme, migliaia di persone hanno continuato a inondare le strade del centro incendiando ad auto e cassonetti. Ed il governatore ha annunciato il dispiegamento di altri 1.700 uomini della Guardia nazionale. Ed intanto, un agente del Servizio di protezione federale di Oaklanda, in California, è stato ucciso e un altro è rimasto ferito a colpi d’arma da fuoco nelle proteste, come riporta la Cnn.

Proteste per la morte di Floyd, un morto a Detroit

E a Detroit il bilancio è grave: un morto e una quarantina di arresti. Il capo della polizia, James Craig, ha confermato al Detroit News la morte di un ragazzo di 19 anni ucciso vicino a un grande raduno di manifestanti a Cadillac Square. La sparatoria è avvenuta quando qualcuno in una Dodge Durango grigia ha sparato in mezzo alla folla, colpendo il diciannovenne, secondo la polizia. L’assassino è fuggito dalla scena del crimine; la vittima è stata trasportata all’ospedale, dove è stata dichiarata morta. La polizia ha detto che le circostanze della sparatoria sono sotto inchiesta.

Oakland, ucciso un agente

A Oakland, in California, un agente del Servizio di protezione federale è stato ucciso e un altro è rimasto ferito. Almeno 7.500 persone sono scese nelle strade della città per manifestare, ha riferito il dipartimento di polizia di Oakland alla Cnn. «Due agenti dei Servizi di protezione federale di stanza all’edificio federale di Oakland Down Town hanno subito ferite da arma da fuoco. Sfortunatamente, uno non ce l’ha fatta», ha detto il dipartimento di polizia. Il servizio federale di protezione, che rientra nel dipartimento di sicurezza nazionale, fornisce servizi di sicurezza e di contrasto presso le strutture del governo degli Stati Uniti.

A Los Angeles è stata bloccata dai manifestanti la Freeway 101, una delle principali arterie della città. La polizia ha invitato, anche via Twitter, i residenti e chi lavora in zona ad andarsene: «Abbiamo dichiarato illegale il raduno in tutto il centro di Los Angeles. Dala Freeway 10 alla 101 e dalla 110 fino ad Alameda. Questo è stato fatto a seguito di ripetuti atti di violenza e danni materiali. I residenti dovrebbero rimanere all’interno. I negozi dovrebbero chiudere. Quelli della strada devono lasciare la zona». Nel centro di Los Angeles i manifestanti hanno chiuso la strada a 7 corsie e fracassato i finestrini di diverse auto della polizia.

In Georgia proclamato lo stato d'emergenza

Il governatore Brian P. Kemp ha proclamato lo Stato d’emergenza in Georgia. «Su richiesta del Sindaco Keisha Bottoms e dopo consultazione con i funzionari responsabili della pubblica sicurezza e delle emergenze, ho decretato lo stato d’emergenza per la Contea di Fulton per attivare ben 500 uomini della Guardia della Georgia per proteggere persone e proprietà ad Atlanta. Si schiereranno immediatamente per aiutare le forze dell’ordine locali che lavorano instancabilmente per fermare attività illegali e ripristinare la pace. Continueremo a mettere tutte le risorse statali a disposizione dei leader locali durante questa situazione di emergenza».

Intanto si scopre che Derek Chauvin, l’agente bianco arrestato per omicidio colposo dell’afroamericano, in precedenza aveva ucciso un sospetto, partecipato ad una sparatoria risultata fatale per un altro e ricevuto almeno 17 lamentele durante i suoi quasi 20 anni di servizio al dipartimento di polizia locale. Prima aveva prestato servizio per otto anni come membro della polizia militare nella riserva dell’esercito, che aveva lasciato senza alcun riconoscimento.

L'autopsia su Floyd

Dai risultati dell'autopsia su Floyd, però, "non ci sono elementi fisici che supportano una diagnosi di asfissia traumatica o di strangolamento". "Gli effetti combinati dell’essere bloccato dalla polizia, delle sue patologie pregresse (coronaropatia e ipertensione, ndr) e di qualche potenziale sostanza intossicante nel suo corpo hanno probabilmente contribuito alla sua morte", dice il referto medico.

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