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Il Papa a Bari: "Mi fanno paura discorsi populisti, evocano anni '30"

"A me fa paura quando ascolto qualche discorso di alcuni leader delle nuove forme di populismo: mi fa sentire discorsi che seminavano paura e poi odio nella decade del '30 del secolo scorso". In un passo 'a braccio' del suo intervento nella Basilica di San Nicola, a Bari, a conclusione dell’Incontro dei vescovi del Mediterraneo "frontiera di pace», promosso dalla Cei, papa Francesco esprime una delle sue preoccupazione ricorrenti, di fronte a derive propagandistiche e ideali che per lui non promettono nulla di buono. E nel suo discorso, che coincide con la consegna da parte dei presuli del 'Mare nostrum' riuniti nel capoluogo pugliese - "capitale dell’unità", l’ha definita, avendola già visitata il 7 luglio del 2018 - delle loro conclusioni e proposte dopo quattro giorni di confronto sulle tante emergenze dell’area, ha fatto un’analisi profonda, esaustiva di problemi e conflitti di questa che «rimane una zona strategica, il cui equilibrio riflette i suoi effetti anche sulle altre parti del mondo".

Non senza riferimenti critici all’azione della politica, come il "progetto Trump" per la pace in Medio Oriente. "Oggi l’area del Mediterraneo è insidiata da tanti focolai di instabilità e di guerra, sia nel Medio Oriente, sia in vari Stati del nord Africa, come pure tra diverse etnie o gruppi religiosi e confessionali; né possiamo dimenticare il conflitto ancora irrisolto tra israeliani e palestinesi, con il pericolo di soluzioni non eque e, quindi, foriere di nuove crisi", dice. Più in generale, per il Papa, "la guerra, che orienta le risorse all’acquisto di armi e allo sforzo militare, distogliendole dalle funzioni vitali di una società, quali il sostegno alle famiglie, alla sanità, all’istruzione, è contraria alla ragione, secondo l’insegnamento di Giovanni XXIII (Pacem in terris)".

Essa "è una follia, perché è folle distruggere case, ponti, fabbriche, ospedali, uccidere persone e annientare risorse anziché costruire relazioni umane ed economiche. È una pazzia alla quale non ci possiamo rassegnare, mai». «Non c'è alcuna alternativa sensata alla pace - avverte -, perché ogni progetto di sfruttamento e supremazia abbruttisce chi colpisce e chi ne è colpito, e rivela una concezione miope della realtà, dato che priva del futuro non solo l’altro, ma anche se stessi". Francesco denuncia "il grande peccato di ipocrisia: quando nelle convenzioni internazionali tanti Paesi parlano di pace e poi vendono le armi ai Paesi in guerra. Questa è la grande ipocrisia". ANSA

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