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L'attacco dell'Iran alle basi Usa, Trump annuncia nuove sanzioni: "Non avranno la bomba atomica"

L'Iran aveva annunciato la propria vendetta dopo l'uccisione del generale Qassem Soleimani e ha mantenuto la promessa. Nella notte infatti sono state attaccate due basi Usa in Iraq nelle quali si trovavano anche militari italiani. La controffensiva ha fatto temere il peggio: l’inizio di una vera e propria guerra in Medio Oriente dalle conseguenze inimmaginabili.

L'attacco missilistico però si concluso con pochi danni e nessuna vittima. Trump ha tirato un sospiro di sollievo e ha escluso, almeno per il momento, ogni tipo di escalation. Non si parla di nessun nuovo attacco contro i 52 potenziali obiettivi da colpire in Iran. Al contrario, da parte del presidente, è arrivato in diretta tv solo l’annuncio di nuove sanzioni contro Teheran. Anche se Trump ha ribadito come «tutte le opzioni restano sul tavolo», visto che da Teheran l’ayatollah Ali Khamanei e il presidente Hassan Rohani hanno parlato di "schiaffo agli Usa" continuando a lanciare nuove minacce: «Non è finita, taglieremo le gambe all’America», il loro monito, spiegando come l’obiettivo finale per Teheran sia quello di vedere gli Usa fuori dal Medio Oriente.

D'altra parte sembrerebbe solo un’azione dimostrativa e propagandistica. E’ apparsa chiara infatti l’intenzione dei vertici della Repubblica Islamica di non voler attaccare il fronte americano e di non voler quindi ulteriormente alimentare le tensioni. A tal fine avrebbero avvisato in anticipo degli attacchi, chiamando Baghdad che a sua volta ha avvertito il comando Usa.

Sembrerebbe dunque che il vero obiettivo dell'offensiva missilistica della scorsa notte sia stato piuttosto quello di placare l’ira della piazza per l’uccisione di Soleimani e quello di mettere in guardia gli Usa sulla capacità dell’Iran di colpire con durezza, nel caso in cui decidesse di farlo.

Così le parole di Trump, che si è presentato davanti alle telecamere con alle spalle tutto il suo stato maggiore, lasciano intravedere scenari nuovi, addirittura un’ipotesi di disgelo tra gli Usa e l'Iran: «Siamo pronti alla pace», ha assicurato il presidente americano, sostenendo la necessità di «un nuovo accordo che faccia crescere e prosperare l'Iran».

Da qui l’invito all’Europa, alla Russia e alla Cina di abbandonare definitivamente la storica intesa del 2015 sul programma nucleare iraniano, proprio come ha fatto da tempo l'amministrazione Trump. «Devono prendere atto che lo scenario è cambiato», ha detto il tycoon, che ha anche chiesto agli altri Paesi della Nato di essere più coinvolti nella regione mediorientale.

Nelle ultime ore intanto si rincorrono voci su continui e costanti contatti tra Washington e Teheran per rintracciare una via d'uscita dalla crisi internazionale. Perché si possa riprendere il dialogo però, ha avvisato il tycoon,  l’Iran deve terminare il suo sostegno al terrorismo e rinunciare alle sue ambizioni nucleari. «Fino a che sarò io il  presidente degli Stati Uniti - il suo messaggio - l’Iran non avrà mai l’arma atomica».

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