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Folla ai funerali di Soleimani: "Morte a Usa". Nuovo raid, morto capo filo iraniano

Migliaia di iracheni al corteo funebre del generale iraniano Soleimani, a Bagdhad, hanno gridato "morte all'America". Il corteo è sfilato tra le vie del distretto di Kazimiya, dove si trova un santuario sciita. La zona verde è stata adibita, invece, a luogo per il funerale nazionale ufficiale alla presenza di molti leader iracheni. I resti di Soleimani saranno portati in Iran dopo la cerimonia.

Accanto alla salma di Soleimani c'è quella del suo principale collaboratore in Iraq, Abu Mahdi al-Muhandis, il 'numero due' di Hashed al-Shaabi, la coalizione di milizie filo-Teheran, integrate nelle forze di Baghdad, anche lui rimasto ucciso nel raid statunitense. I missili lanciati dal drone americano e che hanno polverizzato le due macchine in cui viaggiavano Soleimani e Mouhandis hanno causato in tutto dieci vittime: cinque iracheni e cinque iraniani.

Le bare dei cinque iracheni sono state portate a Kazimiya su pick-up sormontati dalla bandiera nazionale e che hanno attraversato la folla di migliaia di persone, tutte vestite di nero. I feretri dei cinque iraniani erano invece sormontati dalla bandiera della Repubblica Islamican. Alcuni tra la folla innalzavano i ritratti della Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, o del leader libanese di Hezbollah, Hassan Nasrallah.

Intanto, all'indomani dell'attacco Usa vicino all'aeroporto di Bagdhad, Shubul al-Zaidi, un comandante del gruppo paramilitare iracheno filo-iraniano Hashed Al Shaabi è stato ucciso nella notte tra venerdì e sabato in un raid aereo statunitense a nord di Bagdhad: lo riporta la tv di Stato irachena senza citare il nome del comandante preso di mira.

Erano le Brigate Imam Ali l’obiettivo del nuovo raid condotto nella notte. Lo hanno detto fonti del Pentagono a Newsweek. L’operazione farebbe parte della stessa strategia approvata da Trump giovedì mattina e che ha ucciso il comandante della Forza Quds dei Guardiani della rivoluzione iraniana.

La milizia ha smentito la morte del leader nel raid, ma secondo diverse fonti nel raid sono morti sei uomini, probabilmente i luogotenenti di al-Zaidi, appartenenti alle Forze di mobilitazione popolare, Hashed al-Shaabi, il cartello paramilitare iracheno dominata da fazioni sciite con stretti legami con l’Iran.

Le Forze di mobilitazione popolare sostengono che l’attacco aereo ha colpito un convoglio medico, e non un leader della milizia come affermato dal Pentagono.

Il ministero degli Esteri britannico ha sollecitato i cittadini del Regno Unito a non recarsi in Iraq ed evitare viaggi "non necessari" in Iran dopo il raid Usa nel quale è stato ucciso il generale iraniano Soleimani. Lo riporta Sky news.

E la nazionale di calcio degli Usa è stata costretta a cancellare il ritiro in programma in Qatar in questo mese di gennaio a causa di timori per la sicurezza dei calciatori. Il team del ct Gregg Berhalter è considerato un obiettivo sensibile per la possibile campagna di ritorsioni da parte dell’Iran. Per questo la federcalcio statunitense ha annunciato con un tweet la decisione di far rimanere a casa giocatori e staff tecnico. "Visti gli sviluppi nella regione, la nazionale statunitense maschile di calcio ha deciso di rimandare il viaggio in Qatar - è scritto in una nota di 'usa Soccer' -, per il ritiro previsto per il mese di gennaio. Nel frattempo, stiamo lavorando a un programma alternativo, come la partita contro il Costa Rica, prevista l’1 febbraio a Carson. Stiamo lavorando con la federcalcio del Qatar per individuare una nuova opportunità nel prossimo futuro di far provare alla nostra nazionale le strutture di livello mondiale del Qatar e l’ospitalità del paese".

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