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Papa Francesco in Mozambico: "Gli Usa mi attaccano? Un onore"

Papa Francesco è arrivato a Mozambico, prima tappa del suo 31esimo viaggio apostolico che lo porterà anche in Madagascar e Mauritius. L’aereo è atterrato poco dopo le 18 nell’aeroporto della capitale Maputo e il Pontefice è stato accolto - in una serata ventosa - dal presidente Filipe Jacinto Nyusi e la consorte. Ma con le delegazioni e i vescovi anche un folto gruppo di fedeli che hanno dato il benvenuto con canti e balli tradizionali. Due bambini, sempre in abiti tradizionali, gli hanno offerto dei fiori e poi, dopo il picchetto d’onore, è stato un susseguirsi di musica, balli, canti.

Una festa, continuata anche per le vie della capitale dove numerose persone sono accorse per poter vedere il Papa che ha percorso il tragitto fino alla Nunziatura in papamobile. «Speranza, pace e riconciliazione» sono i temi del viaggio che riporta Francesco in Africa, a poche settimane dall’accordo di pace siglato ad agosto dal capo di Stato con l’opposizione della Renamo. Poco prima di partire, stamani, da Casa Santa Marta, il Pontefice ha incontrato circa 12 rifugiati accolti dal Centro Astalli e dalla Comunità di Sant'Egidio e proveniente da Mozambico, Madagascar e Maurizio. Il gruppo era accompagnato dall’Elemosiniere, cardinale Konrad Krajewski.  «Speriamo che questo viaggio così lungo dia dei frutti», ha affermato Francesco, durante i saluti ai giornalisti, sul volo papale, invitandoli poi a pregare per le vittime degli uragani nelle Bahamas. Poi il consueto saluto personale ai presenti.

Ricevendo dall’inviato del quotidiano francese La Croix, Nicolas Seneze, un saggio su un piano, da parte dei vescovi ultraconservatori statunitensi, per ribaltare il suo Pontificato, Francesco ha subito commentato: «Per me è un onore se mi attaccano gli americani». Del libro, «Comment «Comment l’Amerique veut changer de Pape» (Come l’America vuole cambiare il Papa) edito da Bayard, Francesco ha confermato di aver già letto una recensione e si è mostrato interessato. Poi, voltandosi verso i suoi collaboratori, per consegnar loro il volume ha aggiunto: «Questo libro è una bomba». Il saggio di Seneze, uscito oggi in Francia, ripercorre «l'affaire» dell’ex nunzio Carlo Maria Viganò - punta di un iceberg - per cercare di comprendere l’ostilità dei vescovi cattolici ultraconservatori verso il Papa. E anche dei ricchi laici che hanno messo le mani sopra il cattolicesimo statunitense. «In un contesto informale il Papa - ha in seguito precisato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni - ha voluto dire che considera sempre un onore le critiche, particolarmente quando vengono da pensatori autorevoli e, in questo caso, da una Nazione importante».

Durante il giro tra i giornalisti anche un simpatico siparietto con l’inviato della Reuters, Phil Pullella. Davanti a Francesco ha srotolato un pezzo di nastro bianco-rosso-giallo, di quelli che i pompieri usano per delimitare le zone operazioni, ricordando l’incidente dell’ascensore prima dell’Angelus di domenica scorsa. Lo scambio di battute e la risata di tutti è stata immediata.
Domani prevista la visita di cortesia al presidente Nyusi, l’incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico nel Palazzo Porta Vermelha e l’incontro interreligioso con i giovani nel Pavillon Maxaquene. Nel pomeriggio, prevista la visita privata alla Casa Matteo 25, iniziativa della Nunziatura apostolica in Mozambico in collaborazione con la Chiesa locale e circa 20 Congregazioni religiose, per assistere con pasti, servizi igienici e sanitari, giovani e bambini di strada.

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