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Migranti, nave Eleonore ne soccorre 101 e chiede porto sicuro

Centouno migranti che si trovavano a bordo di un gommone sono stati soccorsi dalla nave battente bandiera olandese Eleonore, della Ong tedesca Lifeline, che ora dirige verso nord in cerca di un «porto sicuro». Un’altra nave, la Mare Jonio di Mediterranea, è in navigazione da tre giorni e denuncia un’operazione di sabotaggio elettronico delle sue apparecchiature di bordo. Tutto questo mentre la Commissione Europea è al lavoro per ripartire tra diversi Paesi i naufraghi della Open Arms fatti sbarcare dalla magistratura in Sicilia.

«Il nostro capitano Claus-Peter Reisch e il suo equipaggio sono riusciti a salvare circa 100 persone che si trovavano in emergenza al largo della costa libica": ad annunciarlo, sul suo sito e via social, è la stessa ong Lifeline, che spiega che il gommone stava affondando, le camere d’aria era rotte, e che i migranti sono stati dunque presi a bordo delle Eleonore. In questa fase, riferisce sempre Lifeline, «una nave militare della cosiddetta Guardia costiera libica si è avvicinata a 50 metri, ignorando l’ordine di mantenere una distanza di sicurezza di 500 metri, così da disturbare il salvataggio. Le persone avevano molta paura di dover tornare in Libia». Ma «grazie alla determinazione del capitano Reisch, le milizie libiche hanno finalmente rinunciato. Siamo contenti».

La nave - che già l’anno scorso è stata al centro di un duro braccio di ferro con l’Italia, dopo aver soccorso 234 persone, alla fine sbarcate a Malta - ha quindi fatto rotta vero nord in attesa dell’indicazione di un «porto sicuro». Ancora nessun intervento invece per la nave Mare Jonio, della ong Mediterranea, che è in navigazione da tre giorni e che oggi ha rivelato di essere vittima di una «intensa (e non meglio identificata) attività militare di 'jamming', cioè di deliberata interferenza sui segnali Gnss e Gps», in seguito alla quale le apparecchiature di bordo non ricevono alcun messaggio», compresi gli Sos, «e gli strumenti di navigazione sono mandati in tilt».

Mediterranea denuncia anche come la zona Sar a Est di Tripoli, sia teatro di «ripetute catture di profughi di guerra da parte della cosiddetta guardia costiera libica, coadiuvata negli interventi di intercettazione da assetti aerei militari di Paesi dell’Unione europea».

«In un clima di silenzio e di connivenza da parte degli Stati dell’Ue - continua l’ong - sembra sia diventata prassi ordinaria un crimine gravissimo: respingere centinaia di persone verso un porto non sicuro in un Paese dove rischiano la vita e trattamenti inumani e degradanti». Intanto è in rada davanti al porto di Pozzallo la nave militare spagnola Audaz, che dovrà prelevare una parte degli immigrati sbarcati qualche giorno fa, su provvedimento della procura di Agrigento, dalla Open Arms.

«La Commissione Europea - fanno sapere fonti del Viminale - è al lavoro per pianificare la redistribuzione fra i paesi europei che avevano espresso la propria disponibilità (l'ipotesi è che la Francia ne prenda 40, la Germania 40, la Spagna 15, il Portogallo 10, il Lussemburgo 2). Le proposte dei singoli Stati sono al vaglio della Commissione, che comunicherà nelle prossime ore modalità e tempi per il trasferimento degli immigrati, attualmente ospitati nei centri di prima accoglienza della Sicilia».

(ANSA)

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