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Nuove proteste in Russia, fermata l'alleata di Navalny

L’opposizione russa ci riprova, questa volta con la più massiccia manifestazione (autorizzata) da sette anni a questa parte. A corso Sakharov, infatti, si sono ritrovati - sotto la pioggia battente - migliaia di moscoviti, riuniti da diverse sigle, dal partito Yabloko a quello Libertario. Le cifre 'ballano' a seconda di chi le conta: non più di 15mila persone per il ministero dell’Interno, quasi 50mila per il gruppo indipendente White Counter.

L’evento, pacifico, è poi sfociato nell’ormai familiare scenario dei fermi di massa della polizia quando gruppi di manifestanti hanno deciso di sfilare in centro, nonostante il divieto delle autorità. La grande assente è Lyubov Sobol, fedelissima di Alexei Navalny, fermata dalla polizia nel suo ufficio prima dell’inizio del raduno. Sobol, lei stessa candidata non ammessa alle elezioni comunali di Mosca, ha raccolto il testimone dal creatore del Fondo Anti Corruzione - ora in cella per scontare l'ennesima pena a 30 giorni di arresto amministrativo - e ha galvanizzato l’ala più dura del movimento, quella che non si accontenta di essere confinata a corso Sakharov, dove le autorità di norma relegano tutte le manifestazioni dell’opposizione, ma chiama i suoi sostenitori a sfilare per le strade del centro in cortei non autorizzati.

Che poi era il copione della settimana scorsa (quando pure è stata fermata dalla polizia). Un altro uomo di Navalny, Boris Zolotarevsky, al termine della manifestazione non a caso ha esortato i partecipanti a non accontentarsi di corso Sakharov ma di "fare una passeggiata" per le vie della capitale. La polizia lo ha dunque fermato - insieme ad un’altra decina di persone - per violazione delle norme sulle proteste non autorizzate. Ma, come si è visto, c'è chi lo ha ascoltato. Insomma, come in altri casi, è emersa oggi quella spaccatura che separa Navalny da altre figure dell’opposizione. Con un piccolo giallo.

Gli organizzatori del raduno avrebbero infatti contattato il dipartimento di polizia denunciando "imminenti provocazioni" alla manifestazione "da parte di Sobol e altri partecipanti". Lo sostiene l’ufficio stampa della polizia stessa, citato dalla Tass, l’agenzia statale russa. Circostanza che però non trova riscontro sui media indipendenti. Ma, viste come sono andate poi le cose, potrebbe essere vera. Sul palco, davanti a coloro che per l’ennesima volta hanno chiesto elezioni libere, senza il filtro preventivo delle autorità, hanno sfilato figure note dell’intellighenzia russa nonché volti nuovi del pulviscolare movimento anti-Putin come il rapper Face, molto amato dai giovanissimi.

La polizia ha vigilato, con un nutrito cordone in tenuta antisommossa, ma non è intervenuta. Tutta un’altra storia di San Pietroburgo, dove sulla prospettiva Nevsky si sono dati appuntamento qualche centinaio di persone per un raduno non autorizzato a sostegno del movimento moscovita. Qui i fermi sono scattati puntuali - almeno 86, secondo l’ong OVD-Info - come poi nel centro di Mosca, dove gli agenti in tenuta antisommossa hanno effettuato almeno 136 fermi. Il braccio di ferro continua. ANSA

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