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Naufragio in Libia, testimoni: "150 morti, cadaveri in mare". Peschereccio di Sciacca soccorre migranti

Potrebbero essere fino a 150 i morti nel naufragio di un barcone davanti alle coste della Libia. Lo riferisce un portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati, Unhcr. Altre 150 persone sono state soccorse.

A quanto si apprende, il barcone sarebbe partito da Khoms, oltre 100km a est di Tripoli. Secondo i sopravvissuti, a bordo si trovavano circa 300 migranti.

Le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF), che hanno soccorso al porto di Khoms, in Libia, i sopravvissuti del naufragio di oggi, riferiscono testimonianze di persone coinvolte nei soccorsi che hanno contato 70 cadaveri in acqua, mentre altre cento persone risultano ancora disperse.  Msf parla anche di sopravvissuti in stato di shock con sintomi di preannegamento, ipossia e ipotermia.

«La terribile notizia di questo nuovo, tragico naufragio, dimostra per l’ennesima volta l'altissimo costo umano dell’attuale situazione in Libia e della mancanza di un’adeguata capacità di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale» dichiara Julien Raickman, capomissione di MSF in Libia. I naufraghi - ha riferito - sono stati soccorsi da pescatori e riportati a Khoms. Le équipe di MSF hanno fornito cure mediche a due gruppi di sopravvissuti, rispettivamente di 82 e 53 persone. «Abbiamo dato prima assistenza e stabilizzato le condizioni più urgenti e abbiamo trasferito 7 persone in ospedale per cure mediche salvavita. I pazienti sono sotto shock e hanno sintomi da pre-annegamento, come ipossia e ipotermia.

«Serve un’azione immediata per garantire un’efficace capacità di ricerca e soccorso in mare e l’evacuazione dalla Libia di tutte le persone che stanno cercando di fuggirne, solo così potremo prevenire ulteriori morti» continua Raickman. «Due giorni fa, 38 persone intercettate in mare dalla Guardia costiera libica sono state riportate nel centro di detenzione di Tajoura, lo stesso che solo tre settimane prima era stato attaccato da un bombardamento aereo che ha causato 60 morti e 70
feriti. Era una tragedia del tutto evitabile.»

«Ora siamo estremamente preoccupati per i sopravvissuti di questo naufragio. Non possono essere rinchiusi di nuovo in
centri di detenzione dove le loro vite sono a rischio. Lo hanno ribadito di recente anche l’OIM, l’UNHCR e i leader Europei che
si sono uniti all’appello di MSF per l’evacuazione immediata e urgente di tutti i rifugiati e migranti intrappolati nei centri di detenzione in Libia» conclude Raickman di MSF.

PESCHERECCIO BLOCCATO A MALTA - Era bloccato da più di 12 ore in mare aperto, tra Lampedusa e Malta, ma in acque di competenza maltese, a 50 miglia dalla costa, il motopeschereccio di Sciacca «Accursio Giarratano» dopo che, la notte scorsa, l'equipaggio ha soccorso un gommone con a bordo almeno una cinquantina di migranti.

Malgrado l’allarme lanciato, le autorità costiere di Malta hanno  negato l’autorizzazione all’approdo. Il natante era  dunque fermo in attesa di istruzioni. Il comandante del motopeschereccio riferisce che le persone a bordo del gommone hanno tentato di salire sul suo natante: «Non conosciamo la loro nazionalità, non possiamo lasciarle alla deriva,  vorremmo poterle consegnare ad una autorità marittima disponibile, sia italiana che maltese. Non li lasciamo». Della vicenda è stata informata la Capitaneria di Porto Empedocle. In serata i migranti sono stati presi in carico da una motovedetta della Guardia costiera, partita da Lampedusa. Adesso si stanno dirigendo verso Lampedusa.

 

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