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Attentati in Sri Lanka, salgono a 310 i morti e 40 gli arresti: l'ombra della jihad su strage

È salito a 310 il numero dei morti per gli attentati di Pasqua in Sri Lanka, i feriti sono oltre 500, secondo l’ultimo bilancio reso noto dalla polizia. Ruwan Gunasekara, portavoce della polizia, ha detto che «il numero dei morti è aumentato a 310, quello dei feriti supera i 500».

Le autorità hanno proclamato per oggi una giornata di lutto nazionale, in occasione dei funerali per i caduti della chiesa di Katuwapitya a Negombo, pochi chilometri a nord di Colombo.

Sono 40 le persone arrestate finora dalla polizia. Lo ha detto Ruwan Gunasekara, portavoce della polizia, facendo il punto della situazione.

Gli investigatori stanno ora cercando indizi sul fatto che il gruppo islamista locale ritenuto il principale sospettato - il National Thowheeth Jamàath (NTJ) - abbia ricevuto «sostegno internazionale», ha detto il portavoce del governo Rajitha Senaratne. Il portavoce ha aggiunto che non è possibile per una «piccola organizzazione» effettuare attentati suicidi così ben coordinati.

L’ufficio del presidente Maithripala Sirisena ha detto che c'era stato un allarme all’intelligence che «i gruppi terroristici internazionali» erano «dietro i terroristi locali». Il presidente ha aggiunto che ci sarà aiuto straniero per le indagini.

Lo stato di emergenza, che ha dato alla polizia e ai militari poteri speciali, è entrato in vigore a mezzanotte (le 20,30 di lunedì in Italia). I sospetti possono essere detenuti senza un ordine del tribunale.

C'è anche un’inchiesta sul perchè non siano state prese più precauzioni da parte della polizia dello Sri Lanka dopo un avvertimento dell’11 aprile quando «un’agenzia di intelligence straniera» aveva riferito che l’NTJ aveva pianificato attacchi suicidi contro le chiese.

(AGI)

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