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Da Gaza lanciato un razzo vicino Tel Aviv: risale la tensione fra Israele e Hamas

Torna la paura in Israele: all’alba un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza ha colpito una casa a Mishmeret, una comunità a nord di Tel Aviv, ferendo 7 persone tra cui tre bimbi.

«Risponderemo con forza», ha assicurato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, arrivato ieri sera a Washington, annunciando che taglierà la visita e tornerà in patria dopo un incontro con il presidente americano, Donald Trump. Annullato quindi il suo intervento alla conferenza Aipac, previsto per martedì.

Tra i feriti, un 59enne e una donna di 30 anni sono in condizioni moderate, mentre il marito di lei, e i loro figli, una ragazzina di 12 anni, un bimbo di 3 anni e uno di 6 mesi, hanno riportato lievi ferite.

Secondo le prime informazioni fornite dalle forze armate, il razzo è stato sparato dal sud dell’enclave, un centinaio di chilometri da Mishmeret, e il sistema difensivo Iron Dome non è stato attivato: per gli 007 israeliani, gli unici a possedere razzi con una simile gittata sono Hamas e Jihad Islamica.

Nessun gruppo palestinese ha rivendicato l’attacco, ma il leader di Hamas a Gaza, Yahnya Sinwar, ha cancellato una prevista conferenza stampa e la leadership del movimento islamico nell’enclave si è nascosta in attesa della risposta israeliana; sono stati chiusi i valichi di Erez e Kerem Shalom con la Striscia.

Intanto, da Israele è partito l’attacco contro Netanyahu: Benny Gantz, leader del partito Blu e Bianco, lo ha accusato di non essere capace di garantire la sicurezza: «Sarà soddisfatto della dichiarazione di Hamas che parla di un errore o finalmente si concentrerà sulla sicurezza dei cittadini e non sulle sue questioni legali?», ha chiesto provocatoriamente su Twitter il principale sfidante del premier alle prossime elezioni del 9 aprile.

Dieci giorni fa, per la prima volta dalla guerra del 2014, due razzi sparati da Gaza sono caduti su Tel Aviv, senza provocare danni nè feriti: in quell'occasione Hamas ha parlato di missili sparati per errore. Israele ha risposto bombardando un centinaio di obiettivi nell’enclave palestinese.

Accuse sono arrivate anche dal leader dei laburisti israeliani, Avi Gabbay, che si è recato sul luogo dell’incidente, definendo «Netanyahu un fallimento come primo ministro e ministro della Difesa». «Può restare negli Usa a fare pubbliche relazioni, che lasci la sicurezza nelle mani di chi ha piani pratici», ha aggiunto. Fuoco 'amicò sul leader del Likud è arrivato anche da La Nuova Destra, il partito ultra-nazionalista guidato da Naftali Bennett, per il quale è stato invocato l’incarico di ministro della Difesa di fronte al «fallimento del premier contro Hamas».

Dalle fila del Likud, il ministro della Cultura, Miri Regev, ha assicurato che i terroristi non avranno scampo, e ha invocato il ritorno «alla politica degli omicidi mirati».

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