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Migranti, l'Olanda all'Italia: "Sea Watch resti nel porto di Catania"

Un'immagine dello sbarco dei 47 migranti a bordo di Sea Watch 3 del 31 gennaio scorso

La Sea Watch non deve lasciare il porto di Catania, dove si trova dal 31 gennaio. È quanto ha chiesto l’Olanda alle autorità italiane in seguito all’ispezione condotta a bordo della nave della Ong tedesca l’11 e il 12 febbraio. La richiesta è arrivata alla Guardia Costiera italiana «in attesa che le autorità olandesi concludano gli ulteriori accertamenti sulla conformità della nave alle normative vigenti, con riferimento all’idoneità al trasporto di un elevato numero di persone per lunghi periodi di tempo».

La Sea Watch 3, sottolinea il Guardia Costiera, è stata ispezionata una prima volta il 31 gennaio scorso, il giorno dell’arrivo a Catania, dagli uomini specializzati in sicurezza della navigazione che hanno eseguito una verifica tecnica sulle condizioni della nave come previsto dalla Convenzione dell’Onu sul diritto del mare (Unclos).

L'ispezione ha portato alla luce una serie di «non conformità» (la Guardia Costiera ha rilevato 32 anomalie, ndr) relative sia alla sicurezza della navigazione sia al rispetto della normativa in materia di tutela dell’ambiente marino tanto che l’equipaggio della nave, dice ancora la Guardia Costiera italiana, «sta eseguendo i lavori necessari a ripristinare le condizioni di sicurezza e tutela ambientale».

A questa ispezione si è poi aggiunta quella dell’Olanda, che è lo stato di bandiera della nave. E sono state proprio le autorità olandesi a chiedere che la Sea Watch 3 non lasci per il momento il porto di Catania, in attesa che si concludano gli accertamenti sulla conformità della nave alle norme del paese.

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