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Fallito il tentativo di golpe in Gabon, l'esercito resta fedele a Bongo

Fallito tentativo di colpo di Stato in Gabon, Paese dell’Africa occidentale fra i più stabili del continente nero e da mezzo secolo governato dalla famiglia Bongo. Un pugno di militari ha preso il controllo della tv e ha lanciato un appello al golpe, ma già dopo poche ore sono stati uccisi o arrestati perché l’esercito è rimasto fedele al presidente Ali Bongo nonostante da oltre due mesi si stia curando all’estero per un ictus.

Il maldestro tentativo di presa del potere nell’ex-colonia francese sul Golfo di Guinea con capitale Libreville si è svolto nelle prime ore del giorno quando sei militari hanno preso il controllo della tv annunciando di voler «restaurare la democrazia» creando un «consiglio nazionale per la restaurazione».

Fra due commilitoni anch’essi in mimetica, berretti verdi e mitra in braccio, é stato Kelly Ondo Obiang, un semi-sconosciuto tenente comandante in seconda della Guardia repubblicana che ha l'incarico di proteggere la presidenza a lanciare il proclama. Carri armati e blindati nelle strade, coprifuoco, internet oscurata e qualche sparo hanno fatto temere che il golpe fosse riuscito, ma poi si è appreso che nessuna caserma aveva seguito l'appello e si è confermato che l’esercito è fedele a Bongo.

Il presidente del resto, fino al 2009, prima di succedere al defunto padre Omar con elezioni sospettate di brogli, era stato ministro della Difesa e il suo fratellastro, Frederic, é capo dei servizi segreti. Già quattro ore dopo l’annuncio in tv, un portavoce del governo ha annunciato che il golpe era stato sventato: due ribelli sono stati uccisi e quattro arrestati, tra cui Ondo, scovato in maniera alquanto ridicola sotto il letto di un residence. Il portavoce ha potuto così sminuire l’accaduto parlando di «giocherelloni» in azione.

Nel messaggio Ondo aveva fatto leva sui dubbi che Bongo possa governare: il 59enne presidente con mandato fino al 2022, in ottobre, infatti è stato colpito da quello che si presume sia un ictus cerebrovascolare in Arabia saudita e da novembre si sta curando in Marocco. Da lì ha registrato il discorso di Capodanno dichiarando «sto meglio», ma biascicando un po' le parole e senza muovere il braccio destro.

I Bongo sono stati a lungo al centro di accuse di corruzione, e di brogli per quanto riguarda la rielezione di Ali del 2016. Alla famiglia viene rimproverata la povertà in cui versa un terzo dei quasi due milioni di abitanti nonostante il Paese sia il maggiore esportatore di petrolio in Africa dopo Nigeria e Angola.

Con un’antica passione per il jazz che lo ha portato anche a incidere un album «funk» nel 1977, fama di playboy e di massone, Ali Bongo sta perpetuando il dominio del genitore iniziato nel 1967 con Omar, padre della patria distintosi però per sperperi di proventi del petrolio in immobili all’estero e viaggi costosissimi

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