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Turiste uccise in Marocco, c'è un nuovo arresto: in manette un cittadino svizzero

Un cittadino svizzero da molto tempo residente in Marocco è stato arrestato a Marrakech nell’ambito dell’inchiesta sull'uccisione delle due turiste scandinave. Lo rende noto Bcij, l’ufficio centrale per le investigazioni giudiziarie. Sono una ventina gli arrestati per la vicenda, ma fino ad ora i provvedimenti avevano colpito soltanto cittadini marocchini.

Secondo quanto riferito dagli inquirenti, l’arrestato, di cui non è stata resa nota l'identità, è nato in Svizzera da genitori marocchini. In seguito ha acquisito anche la cittadinanza spagnola e da diversi anni risiede in Marocco. L’ufficio per le investigazioni ha affermato che si tratta di un individuo «impregnato di ideologia estremista e violenta».

L’uomo, in particolare, è sospettato di aver insegnato ad alcuni tra gli altri arrestati per questo caso l’uso di "strumenti di comunicazione attraverso le nuove applicazioni» e di averli «addestrati nelle riprese». In particolare i quattro che avrebbero partecipato in prima persona all’uccisione delle due ragazze, la norvegese Maren Ueland, di 28 anni, e la danese Louisa Vesterager Jespersen, di 24. Il duplice omicidio, avvenuto nella notte tra domenica 16 dicembre e lunedì 17 nella piana di Imlil, alle pendici del monte Toubkal, è stato filmato e diffuso in Rete in modo capillare. Le immagini raccapriccianti della morte delle due ragazze, e della decapitazione di una delle due, sono arrivate sui cellulari di numerosissimi giovani marocchini. L’ufficio centrale per le inchieste giudiziarie ha arrestato il cittadino svizzero-spagnolo nella sua abitazione a Marrakech. I primi tra gli arrestati nei giorni scorsi compariranno davanti alla Corte d’Appello di Rabat il 31 dicembre.

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