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La Corea del Nord avverte gli Usa: "Se restano le sanzioni riparte la politica del nucleare"

Kim Jong-Un e Trump

La Corea del Nord minaccia di far ripartire la politica del «byungjin», l’avanzamento parallelo di nucleare ed economia, se gli Usa non risponderanno positivamente alle misure prese da Pyongyang verso la «denuclearizzazione».

Un commento scritto da Kwon Jong-gun, direttore dell’Istituto per gli Studi americani che fa capo al ministero degli Esteri, e rilanciato dall’agenzia Kcna, mostra tutta l’insofferenza del Nord nei confronti dell’amministrazione Trump che «continua a mantenere ferme» le sanzioni contro lo Stato eremita.

«Se gli Stati Uniti mantengono il loro comportamento arrogante senza mostrare cambi di posizione, la Corea del Nord potrebbe allora aggiungere una cosa alla linea adottata ad aprile per indirizzare ogni sforzo alla costruzione dell’economia e come risultato, la parola 'byungjin' potrebbe apparire di nuovo. Il cambio di linea potrebbe quindi essere seriamente considerato», ha scritto Kwon.

Gli Stati Uniti pensano che «la politica spesso ripetuta di 'sanzioni e pressioni' porti alla denuclearizzazione. Non possiamo che ridere di fronte a un’idea così insensata: il miglioramento delle relazioni e le sanzioni sono incompatibili». Il dispaccio della Kcna, diffuso ieri in tarda serata, suona come un monito in vista dell’incontro che il segretario di Stato americano Mike Pompeo avrà a New York in settimana con
funzionari di vertice nordcoreani.

Ventilando il ritorno al «byungjin», Pyongyang potrebbe puntare a esercitare la massima pressione al fine di ottenere un allentamento delle sanzioni e la preziosa dichiarazione sulla fine della Guerra di Corea, il trattato di pace con gli Usa che legittimerebbe il Nord a tornare a pieno titolo nella comunità internazionale.

Pyongyang, secondo la lettura americana, non ha ancora preso le azioni credibili per smantellare i programmi nucleari in modo «completo, verificabile e irreversibile», nonostante le rassicurazioni date dal leader Kim Jong-un non solo nel summit di giugno con il presidente Usa Donald Trump, ma anche nei tre vertici finora avuti con il presidente sudcoreano Moon Jae-in.

Washington ha chiesto l’elenco completo dei dispositivi atomici posseduti, dei siti «sensibili» e del materiale fissile, quale primo passo della denuclearizzazione da verificare passo dopo passo. Pyongyang ha insistito di volere prima di tutto la
dichiarazione sulla fine della Guerra di Corea come passo per costruire la reciproca fiducia e garanzia della sua sicurezza.

Ad aprile, dinanzi al Comitato centrale del Partito dei Lavoratori, Kim annunciò l’impegno massimo sullo sviluppo dell’ economia modificando la politica dell’«avanzamento parallelo», dato che sul fronte del nucleare erano stati «raggiunti
risultati storici».

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