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Trump contro la California: proclama guerra alla legalizzazione della marijuana

Donald Trump

NEW YORK. Il presidente americano Donald Trump lancia una nuova crociata, questa volta prendendo di mira la legalizzazione della marijuana. L’ennesimo schiaffo all’eredità del suo predecessore, Barack Obama.

Pochi giorni dopo il via libera all’uso della cannabis a scopo ricreativo in California, l’amministrazione Usa, attraverso il ministro della Giustizia, Jeff Sessions, ha annunciato la fine della politica dell’era Obama di scoraggiare i procuratori federali dal perseguire reati legati alla marijuana negli stati che l’hanno legalizzata. Ora, invece, avranno maggiori margini di manovra per far rispettare le leggi sulla cannabis come meglio credono nei loro distretti.

La mossa rappresenta una vera dichiarazione di guerra contro la legalizzazione della marijuana, di cui le leggi federali vietano la vendita, l’acquisto e il possesso. Sessions, d’altronde, non ha mai fatto mistero del suo disprezzo per la sostanza, nè della sua contrarietà alla legalizzazione.
Sino ad ora sono sei gli stati americani che consentono l’uso della cannabis a livello ricreativo: Colorado, Washington, Oregon, Alaska, Nevada e California, che dal 1 gennaio ha lanciato ufficialmente il mercato più grande al mondo. Ed entro la fine dell’anno dovrebbero aggiungersi alla lista anche Maine e Massachusetts.

L’approccio lanciato dall’amministrazione Obama ha permesso ad un nuovo settore di prosperare negli stati che hanno dato il via libera alla vendita per uso ricreativo e medico. In Colorado, ad esempio, si tratta di un business che supera il miliardo di dollari all’anno e dà lavoro a migliaia di persone.
Non è chiaro che impatto la decisione di Trump avrà sulla vendita. Ma tantissime aziende che hanno deciso di investire nel settore potrebbero essere a rischio. Come la Scotts Miracle-Gro, che produce oggetti per il giardinaggio e ha speso centinaia di milioni di dollari per acquisire società che vendono terreno, illuminazioni, fertilizzanti e altri prodotti ai coltivatori di marijuana. Le azioni della compagnia sono scese del 3,8% a 104,54 dollari dopo la notizia dell’inversione di rotta, e anche alcuni titoli canadesi legati alla cannabis sono diminuiti drasticamente.

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