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Colpo di coda dell'Isis, centinaia profughi siriani uccisi

DAMASCO. Colpo di coda dell’Isis in Siria. Cacciati dalle loro principali roccaforti i seguaci del Califfo sono tornati a mietere vittime massacrando oltre 100 persone in un campo profughi sulla riva orientale dell’Eufrate, nell’area di Dayr az Zor, da poco riconquistata dalle forze militari del governo siriano.

La strage, avvenuta ieri sera, è stata compiuta con un’autobomba dai jihadisti asserragliati oramai in una zona desertica, ha detto un portavoce delle cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf), a predominanza curda, legate alla coalizione a guida Usa, scrive l’Ap ed i media internazionali.

Da parte sua l’Osservatorio siriano per i diritti umani, una Ong con sede nel Regno Unito ha aggiunto che oltre alle decine di vittime si registrano 140 feriti. Nella mattanza hanno perso la vita anche alcuni combattenti delle forze Sdf. «L'attacco ha avuto luogo sulla strada che solitamente viene usata per trasportare cibo e beni di prima necessità», ha precisato l’Ong.

La ricca provincia petrolifera di Dayr az Zor, al confine con l'Iraq, era caduta sotto il giogo dei jihadisti nel 2014. La campagna per la riconquista da parte del regime di Damasco è iniziata a settembre e solo venerdì scorso l’esercito siriano ha annunciato di averne ripreso il controllo. Ad aiutare le forze del presidente Bashar al-Assad i raid aerei russi e da terra altri gruppi armati. Ma stando all’Osservatorio, Damasco non controllerebbe pienamente questa regione. Secondo l’Ong l’Isis continua infatti a essere presente sul 40% di questo territorio.

Intanto nel vicino Iraq si festeggia la ripresa delle regioni sottratte ai miliziani di al Baghdadi. In un gesto simbolico oggi il premier Haider al-Abadi ha sollevato la bandiera del suo Paese nelle zone al confine con la Siria. Al Abadi ha visitato la città di Qaim ed il valico di frontiera di Husaybah, usato un tempo come punto di passaggio tra i due Paesi dallo Stato islamico.

La cacciata dell’Isis da parte delle forze di Baghdad, aiutate dai raid della coalizione a guida Usa, è stata annunciata la scorsa settimana. Fiaccati i miliziani però continuano ad alzare la testa con attacchi mordi e fuggi. nelle ultime ore due kamikaze a piedi si sono fatti esplodere a Kirkuk, uccidendo una persona e ferendone altre 16. Nessuna sigla ha rivendicato l’attacco, ma le modalità con cui è stato orchestrato l’attacco non lasciano dubbi che sia stato proprio l'Isis.

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