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Catalogna, il leader di Podemos: "Solo pochi giorni per evitare il disastro"

ROMA. Restano solo pochi giorni per evitare il disastro, è il pensiero di Pablo Iglesias, tra i fondatori di Podemos, sul caos che in queste settimane di sta vivendo in Catalogna.

«Abbiamo ancora pochi giorni per evitare il disastro e abbiamo il dovere di provarci. Con la dichiarazione unilaterale di indipendenza da parte catalana e la prevedibile durissima reazione del governo centrale potremmo vedere la Spagna trasformarsi in una Turchia dentro l’Ue. Ci risveglieremmo con un governo come quello di Erdogan, che mostra una parvenza di democrazia, ma che è di fatto autoritario e repressivo». afferma al Corriere della Sera, Pablo Iglesias.

«In Catalogna - spiega Iglesias - l'85% della popolazione vuole votare. Significa metterli tutti fuori legge. In politica si sa come cominciano le cose, ma non come finiscono. Fino ad ora non c'è stato l’incidente irreparabile, ma se si prosegue verso la distruzione dello Statuto di Catalogna e il conflitto tra istituzioni, chi lo sa?».

«Non immagino la Spagna come la Jugoslavia - prosegue - ma se a Barcellona i rappresentanti democraticamente eletti finiscono in cella è un dramma. Non è fantapolitica. Il comandante dei Mossos d’Esquadra rischia 15 anni per sedizione».

Sul tentativo di mediazione imbastito in queste ore, Iglesias fa sapere: "Stiamo mettendo sul tavolo dei nomi all’altezza: ex presidenti, ecclesiastici, impresari, figure internazionali. C'è convergenza su uno in particolare, ma non voglio bruciarlo. I telefoni restano accesi. Per fortuna anche la Chiesa cattolica sta lavorando sotto traccia, con il prestigio e la discrezione che le è propria, ma sta lavorando».

«C'è anche la via della mozione di sfiducia a Rajoy - continua -. Se Pedro Sánchez del Partito socialista volesse, i numeri per scalzare il premier ci sono. Psoe, Podemos, nazionalisti catalani e baschi possono fare una maggioranza di salute pubblica. Dipende solo da Sánchez. Penso sia schiacciato tra la base che vorrebbe avvicinarsi a noi e la vecchia guardia che punta su un governo di grande coalizione con il Pp».

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