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Calca alla stazione di Mumbai, almeno 22 morti schiacciati

NEW DELHI. In un’affollata stazione di treni per pendolari nell’ora di punta mattutina, nel sud della megalopoli indiana di Mumbai, migliaia di passeggeri si sono accalcati sotto la tettoia del ponte pedonale di collegamento per ripararsi da un improvviso scroscio di pioggia monsonica, quando un tonfo crea l’improvvisa paura che il ponte stia per crollare: si scatena il panico. La folla improvvisamente esplode, la gente scivola sui gradini bagnati e le persone cadono una sull'altra; fra urla e strepiti qualcuno resta schiacciato sulle balaustre, qualcuno sotto il peso dei corpi che rotolano l’uno sull'altro, qualcun altro cade. Alla fine i morti si contano a decine: 22 secondo un bilancio ancora provvisorio diffuso dalla polizia locale citate dai media di tutto il mondo, perché ci sono almeno altri 32 feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni.

Il lungo ponte pedonale sopraelevato, una vecchia struttura a traliccio, collega la stazione di Prabhadevi, che un tempo si chiamava Elphinstone Station, dal nome dell’omonima via limitrofa della toponomastica coloniale, con la stazione di Parel, nella direzione opposta, passando sopra i binari.

La folla che si accumula sotto sulle scale e sul ponte, in cui i passeggeri si mischiano con gli avventori che cercano riparo dalla pioggia, crea un peso abnorme. Sono le le 10:30 locali (le 14:00 in Italia), secondo quanto riferito dalla polizia e da un portavoce delle ferrovie, quando un pezzo di cemento che si staccato a causa del sovrappeso, cade sulle travi in ferro e qualcuno ha l’impressione che l’affollata struttura stia per cedere. Non è chiaro se qualcuno l’abbia gridato, ma il panico si scatena all’improvviso. Le persone scivolano sul bagnato sui lisci gradini metallici creando un intralcio fatale e in pochi secondi la folla si trasforma in una valanga.

Le immagini diffuse dai media mostra gente che scala le balaustre delle scale e che soccorre, tirandole fuori dalla calca, persone morte, ferite, tramortite, prima dell’arrivo dei soccorsi.

Il ministro federale ai trasporti, Piyush Goyal, come il premier Narendra Modi, si è prodigato subito in condoglianze e messaggi di solidarietà alle famiglie delle vittime, ed è probabile che finirà sotto il fuoco dei social network per i ritardi e le incertezze nella modernizzazione della colossale, capillare ma fatiscente rete ferroviaria dell’India con 8.000 stazioni e 23 milioni di passeggeri al giorno - in parte retaggio coloniale britannico. Una rete che ha promesso in campagna elettorale di modernizzare, e mettere in sicurezza e perfino di dotare al più presto di treni ultraveloci sul modello giapponese e cinese un Paese che cresce economicamente a livelli vertiginosi, ma di cui un terzo della popolazione vive al di sotto della soglia della povertà. E dove fino a qualche tempo fa i passeggeri viaggiavano ancora sui tetti di lentissimi convogli su binari unici.

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