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Corea del Nord, piano per colpire base Usa a Guam. Trump: la nostra risposta sarà furiosa

Kim Jong-un

NEW YORK. Ora Pyongyang fa davvero paura. Gli 007 del Pentagono infatti non hanno più dubbi: i nordcoreani sono riusciti a produrre con successo una testata nucleare 'miniaturizzata', una versione più compatta rispetto al passato in grado di essere montata sui missili dell'arsenale di Kim Jong-un. E il dittatore avrebbe già il controllo di molti ordigni atomici, fino a 60 per i servizi di intelligence americani.

Finora troppo pesanti, ma adesso utilizzabili per produrre bombe più piccole. La reazione di Donald Trump non si è fatta attendere, ed è durissima: "Se la Corea del Nord continuerà con l'escalation della minaccia nucleare - avverte davanti alle telecamere - la risposta americana sarà fuoco e furia, come il mondo non ha mai visto".

La Corea del Nord, secondo quanto riportano i media internazionali citando fonti militari, starebbe "considerando" un piano per colpire il territorio statunitense di Guam.

La minaccia della Corea del Nord giunge qualche ora dopo Donald Trump ha affermato che "se Pyongyang continuerà con l'escalation della minaccia nucleare la risposta americana sarà fuoco e furia, come il mondo non ha mai visto"; non è chiaro tuttavia se si tratti di una risposta diretta alle parole del presidente Usa.

Media americani, tra cui la Cnn e la Fox, citano un comunicato diffuso dall'agenzia ufficiale nordcoreana Kcna (non e' chiaro se prima o dopo l'intervento di Trump) in cui un portavoce dell'esercito nordcoreano menziona recenti manovre militari Usa che "possono provocare un pericoloso conflitto".

Secondo gli esperti siamo ormai di fronte a un passaggio chiave del programma nucleare di Pyongyang, sempre più vicina ad acquisire a pieno titolo lo status di potenza atomica. Una nuova fase destinata ad acuire le tensioni e che rischia di sfociare in un'escalation dagli sviluppi imprevedibili. Con gli Stati Uniti che oramai si sentono nel mirino, minacciati dall'ipotesi non più remota di missili balistici intercontinentali a testata nucleare pronti a colpire quanto meno la costa ovest degli Usa, da Seattle a Los Angeles. Per non parlare dei timori di Giappone e Corea del Sud.

Il rapporto della Defense Intelligence Agency è datato 28 luglio e raggiunge in gran parte le stesse conclusioni di un rapporto del ministero della difesa giapponese, secondo cui il programma nucleare e missilistico nordcoreano è oramai entrato in uno stadio finale. Una realtà che spiegherebbe i toni durissimi usati da Pyongyang anche dopo il varo di nuove sanzioni da parte delle Nazioni Unite, stavolta votate anche dall'alleata Cina.

Toni che al momento veicolano un messaggio inequivocabile: nessuna disponibilità a trattare sul programma nucleare. Non è ancora chiaro se il regime di Kim abbia già sperimentato il nuovo formato delle testate atomiche. Ma se questo non è ancora avvenuto appare evidente che ormai è solo questione di tempo. E che rispetto a quanto previsto solo pochi mesi fa si è di fronte a un'accelerazione che non lascia più spazio ad indugi.

Con tutte le opzioni per contrastare i piani nucleari di Kim Jong-un che tornano sulla scrivania dello Studio Ovale. Compresa l'opzione militare che comprende l'attacco ai siti atomici con raid aerei, da tempo messa a punto dal Pentagono ma finora ritenuta troppo pericolosa.

Molto dipenderà dall'atteggiamento della Cina, fino ad oggi principale alleato e partner commerciale della Corea del Nord, ma oramai anch'essa spazientita dalle continue provocazioni del regime di Kim. Pechino si rende conto del pericolo rappresentato da Pyongyang per la stabilità dell'area e - come più volte auspicato dagli Usa - potrebbe davvero impegnarsi in un pressing sul regime nordcoreano molto più efficace del passato.

Intanto giunge la notizia che le forze armate nordcoreane - come mostrato dalle immagini satellitari - hanno caricato almeno due missili anti-nave su un vascello di pattugliamento, il primo episodio del genere dal 2014. L'ennesima provocazione. Che genera anche una polemica, con Trump che ritwitta la notizia data da Fox News. L'ambasciatrice Usa all'Onu Nikki Haley aveva accusato la rete tv di diffondere notizie coperte da segreto militare.

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