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La Francia blindata oggi al voto: allarme degli 007 per i seggi a rischio. Per strada psicosi jihadista

PARIGI. Francia con il fiato sospeso, quattro candidati che arrivano in volata, programmi drastici, estrema destra ed estrema sinistra possibili fino all'ultimo. E tutto in un clima senza precedenti: stato d'emergenza, attentati perpetrati e sventati nelle ultime ore, l'assassinio di un poliziotto nel cuore di Parigi.

Nelle strade c'è la psicosi del jihadista, i servizi sono in allarme per la giornata di oggi, i seggi sono considerati obiettivi "vulnerabili" e difficili da proteggere.

Emmanuel Macron, Marine Le Pen, François Fillon e Jean-Luc Mélenchon. Uno di questi diventerà presidente della Repubblica ma le prossime due settimane, in attesa del ballottaggio, rischiano di essere le più difficili da gestire nella storia recente della Francia.

Difficoltà e rischi prevedibili se verranno rispettate le previsioni dei sondaggi, con un duello Macron-Le Pen. Addirittura impensabili se il paese piombasse in un duello fra estrema destra ed estrema sinistra, tanto che il duello Le Pen-Mélenchon è quello più temuto per l'ordine pubblico. Lo si legge in una circolare riservata dei servizi di informazione, resa nota da Le Parisien: "Tutte le direzioni hanno espresso timore per disordini nel caso di presenza di partiti politici detti 'estremisti' al secondo turno. Movimenti di estrema sinistra cercheranno senza dubbio di organizzare manifestazioni, alcune delle quali possono provocare disordini gravi".

Ma già questa mattina - sospesi ferie e permessi a tutti i militari, poliziotti e gendarmi - ai seggi e nelle prefetture per lo spoglio lo schieramento di forze dell'ordine è massimo. Uno sforzo ulteriore chiesto a una categoria sul piede di guerra dopo un anno e mezzo di stato d'emergenza, turni pesantissimi, rischi moltiplicati nelle strade, dove l'uniforme è diventata il bersaglio dei jihadisti.

E' il terrorismo la prima preoccupazione, dopo gli arresti di Marsiglia e l'attentato sugli Champs-Elysees nella settimana che ha preceduto il voto. Era lo scenario più temuto, al quale si accompagnano timori per "azioni di gruppi politici violenti", specie dopo l'annuncio dei risultati domani sera, e rischi di un attacco di hacker al sistema elettorale degli Interni.

La tensione si respira nelle strade di Parigi, ieri è bastato che un balordo tirasse fuori un coltello alla Gare du Nord di Parigi ("temevo per la mia vita", avrebbe detto agli agenti che lo hanno arrestato) per scatenare il panico fra i viaggiatori, che si sono lanciati verso l'uscita gridando e abbandonando i bagagli in terra.

L'annuncio di un piccolo corteo di studenti alla Bastiglia ha provocato l'afflusso di decine e decine di blindati e lo schieramento di centinaia di agenti con caschi e scudi, in assetto antisommossa. L'annullamento, venerdì, degli ultimi comizi dopo l'attentato di giovedì sera, ha sancito che queste non saranno presidenziali "normali".

Nelle ultime parole pronunciate da Marine Le Pen e Francois Fillon prima del silenzio preelettorale erano scomparse le preoccupazioni per il disagio dei francesi, la disoccupazione, la povertà, le fabbriche che chiudono, a vantaggio della "chiusura delle frontiere" e della "guerra allo Stato islamico".

Gli occhi restano puntati sul 30% di indecisi, che proprio in queste ore di tensione dovranno raggiungere una convinzione fra Macron e la sua ricetta socialista-liberale di rilancio della Francia e dell'Europa (24,5% nell'ultimo sondaggio); Marine Le Pen e il suo 'no' a Ue, euro ed immigrati (22,5%); François Fillon e il suo mezzo milione di tagli nel pubblico impiego (19,5%); Jean-Luc Melenchon e il suo salario minimo, settimana cortissima e pensione a 60 anni (18,5%).

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