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Tre morti nei cortei contro il governo in Venezuela, Trump attacca Maduro

CARACAS. Il Venezuela, sull'orlo della guerra civile, ha vissuto ieri un'altra giornata di proteste, di violenze, di sangue, con il bilancio di tre persone uccise durante le proteste di ieri contro il governo di Nicolas Maduro.

Secondo quanto riporta oggi la Bbc online, oltre al 17enne morto a Caracas e alla donna di 23 anni uccisa a San Cristobal, nell'ovest del Paese, una guardia nazionale e' morta a sud della capitale.

E se il presidente Nicolas Maduro accusa l'opposizione di tentare il golpe e individua nel presidente del Parlamento, Julio Borges, il regista dell'insurrezione anti-governativa, la Casa Bianca esprime grande preoccupazione e accusa il capo di Stato venezuelano di soffocare la voce dei suoi critici. Il brutale copione della crisi politica nel Paese latino-americano si è ripetuto ieri con macabra precisione.

L'opposizione aveva organizzato per la giornata -festa nazionale in Venezuela- quella che avevano battezzato "la madre di tutte le proteste": manifestanti oppositori dovevano concentrarsi in tutte le città. I primi problemi sono sorti, però, prima ancora che iniziassero la manifestazioni. Sui social network si sono moltiplicate le informazioni su gruppi di "colectivos" che occupavano con violenza i punti di concentrazione dell'opposizione.

E, a Caracas, la violenza è diventata omicida. E' stato sulla Plaza de la Estrella, nel quartiere di San Bernardino (nord della città). La deputata Olivia Lozano ha raccontato che un gruppo di civili mascherati e armati "hanno teso una imboscata" e "hanno cominciato a spararci addosso", ha detto.

Nella serata di ieri, Maduro è poi apparso in televisione, affermando che le forze dell'ordine, ancora una volta, erano riuscite a bloccare un tentativo di golpe.

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