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Usa, anche i viaggiatori europei nel mirino di Trump

NEW YORK. La stretta sugli ingressi negli Stati Uniti potrebbe ben presto riguardare anche gli europei, compresi quelli che arrivano negli Usa per turismo o per brevi soggiorni di lavoro. Una mossa motivata dall'amministrazione Trump con l'allerta terrorismo e con la necessità di difendere la sicurezza nazionale.

Del resto il presidente americano in campagna elettorale aveva più volte messo in guardia alcune capitali del Vecchio Continente, criticando aspramente le politiche sull'immigrazione adottate nell'Unione europea. Politiche considerate un favore fatto all'Isis, ad al Qaida e alle altre organizzazioni dell'estremismo islamico. Nel mirino ci sarebbero in particolare Francia e Germania.

Ma il giro di vite potrebbe riguardare molti o tutti i 38 Paesi 'amici', quelli i cui cittadini possono entrare in America senza visto ma solamente attraverso il programma 'Visa Waiver'. Dunque anche l'Italia e stati come il Belgio e il Regno Unito, considerati ad elevato rischio per la presenza di cellule terroristiche.

Le misure a cui si sta lavorando a Washington - riportano Wall Street Journal e Bloomberg - sono senza precedenti, e prevedono controlli severissimi anche su telefonini, tablet, email, social media, travel history, conti bancari. Si starebbe valutando anche l'ipotesi di reintrodurre i cosiddetti 'ideological test', domande mirate a individuare le opinione politiche di chi vuole entrare negli Usa, come avveniva ai tempi della lotta ai movimenti anarchici e al comunismo.

"Controlli straordinari", quindi, a cui potrebbero essere sottoposti viaggiatori che finora negli scali internazionali americani erano soggetti a verifiche di routine molto piu' 'blande' rispetto a chi arriva da altre aree del mondo.

E che adesso potrebbero vedersi costretti a consegnare agli agenti della Us Customs and Borders Protection i propri smartphone o a rivelare le password per accedere al proprio account Facebook. Ma c'e' un'altra novita': i controlli potrebbero essere inaspriti anche per gli europei che richiedono un visto di studio o di lavoro.

Che l'amministrazione Trump stesse lavorando a una stretta in questa direzione era emerso giorni fa, quando sono venuti alla luce i cablogrammi inviati dal segretario di stato Rex Tillerson alle ambasciate, contenenti le istruzioni per nuove e più stringenti verifiche 'allo sportello', a partire dai colloqui con i richiedenti il visto. La notizia è che ora queste interviste 'rafforzate' potrebbero riguardare anche italiani, francesi, tedeschi, inglesi.

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