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Sale a 38 il numero dei morti del disastro aereo in Kirghizistan

MOSCA. Sale a 38 il numero dei morti nello schianto di un aereo cargo turco su un villaggio nei pressi dell'aeroporto di Bishkek: lo riferisce il ministero della Salute kirghiso, citato dall'agenzia Interfax.

Tra di loro almeno 13 fra bambini e ragazzini: una carneficina. I feriti - sempre stando alle autorità - sono invece 15. Ma si tratta comunque di cifre ancora non definitive e che potrebbero quindi essere tragicamente destinate ad aumentare. Restano da chiarire anche le cause della tragedia.

Secondo il vice premier kirghiso, Muhammetkaly Abulgaziev, l'ipotesi di un attacco terroristico è da escludere, mentre sarebbe più fondata quella di «un errore del pilota». A far propendere per questa soluzione, secondo i media, è anche il fatto che nel momento dello schianto c'era una nebbia molto fitta nella zona dell'aeroporto e la visibilità era scarsa.

Saranno comunque le scatole nere ad aiutare a far luce sulla dinamica di questa sciagura: una è già stata trovata e sarà presto analizzata a Mosca, le ricerche della seconda non sono invece ancora terminate.

A bordo del velivolo - un Boeing 747 della turca Act Airlines, che opera con il marchio MyCargo - c'erano quattro membri dell'equipaggio. Nessuno di loro è sopravvissuto. Tutte le altre persone uccise dallo schianto dell'aereo si trovavano invece nel paesino di Dacha-Suu. Molte erano a casa, probabilmente ancora sotto le coperte, quando alle 7.17 del mattino (le 2.17 di notte in Italia) il jet è precipitato su di loro.

«Sono stata svegliata da una luce rossa abbagliante che veniva da fuori. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo», racconta ai media locali una testimone, Baktygul Kurbatova. «Il soffitto e i muri - dice - ci stavano crollando di sopra. Ero terrorizzata, ma sono riuscita a coprire il viso di mio figlio con le braccia in modo che i calcinacci non gli cadessero addosso».

Il Boeing era decollato da Hong Kong e doveva atterrare a Bishkek per poi ripartire alla volta di Istanbul. All'aeroporto internazionale della capitale kirghisa però non è mai arrivato: si è fracassato e incendiato a circa un chilometro e mezzo dalla pista. «L'aereo - racconta il vice premier Abulgaziev - si è spezzato in tre o quattro parti, si è girato nella caduta, e resti umani sono sparsi nella zona».

Il governo kirghiso ha inviato oltre 1.000 soccorritori sul luogo del disastro e sono state allestite delle tende per dare un riparo a chi è rimasto senza un tetto in un periodo in cui le temperature si aggirano attorno ai dieci gradi sotto lo zero. Le abitazioni distrutte sono almeno 17, altre sei sono state danneggiate e due sono andate in fiamme.

Le perdite più gravi sono però ovviamente quelle umane, e domani in tutto il Kirghizistan le bandiere sventoleranno a mezz'asta in segno di lutto.

 

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