TUNISI. Nel suo discorso in occasione del 6 anniversario della Rivoluzione di ieri, 14 gennaio, il premier tunisino, Youssef Chahed, ha ribadito davanti agli studenti dell'Istituto preparatorio di studi scientifici e tecnologici di Tunisi, che i jihadisti tunisini che torneranno in patria verranno immediatamente arrestati e verrà applicata loro la severa legge antiterrorismo.
Nessuna legge speciale o premiale dunque per i tanti tunisini impegnati in questi anni nelle zone di conflitto, come da alcune fonti di stampa anticipato. I terroristi di ritorno rappresentano infatti secondo Chahed un pericolo per la sicurezza nazionale.
A proposito della rivoluzione, il premier ha affermato che se la transizione politica è riuscita, resta da completare quella economica, e ha annunciato una serie di misure da in campo economico, finanziario e nel settore agricolo.
Chahed ha infine detto che il 2017 sarà l'anno dell'implementazione dell'Open Sky (l'accordo di apertura dello spazio aereo siglato con l'Ue)in Tunisia, che avrà un impatto forte a favore del settore turistico, in crisi dal 2015 dopo gli attentati terroristici che hanno colpito il Paese nordafricano.
Ieri si sono svolte cerimonie in molte città per ricordare il giorno della cacciata dell'ex presidente Ben Ali, costretto alla fuga in seguito all'insurrezione popolare che diede il via alla cosiddetta «primavera araba».
A sei anni da quei giorni tumultuosi, la Tunisia rimane l'unico paese tra quelli interessati dalle rivendicazioni di piazza per una maggior dignità e libertà ad aver superato la transizione democratica ed essersi dotato di istituzioni democratiche stabili, ma molti problemi di allora rimangono ancora da risolvere.
In primis, la mancanza di occupazione e lo sviluppo nelle zone marginalizzate, ai quali si è aggiunto negli anni successivi il terrorismo. Proprio per dare un segnale di vicinanza ai cittadini, il presidente della Repubblica, Beji Caid Essebsi, si recherà per l'occasione a Gafsa, città industriale nel centro sud del paese, che ebbe un ruolo importante nella rivoluzione tunisina. Gafsa infatti fu teatro nel 2008 della prima rivolta contro il regime, violentemente repressa dall'ex presidente Zine Ben Adibine Ben Ali e poi protagonista nelle proteste del 2010/11.
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