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Matthew si abbatte su Cuba: 300mila sfollati, allerta in Florida

Sfollati ad Haiti dopo il passaggio dell'uragano Matthew - Fonte Ansa

L'AVANA. Inondazioni ad Holguin, una delle città più importanti della zona orientale di Cuba, e l'interruzione dell'energia elettrica in molto punti dell'area: sono le prime conseguenze del passaggio dell'uragano Matthew in quella regione dell'isola.

Matthew ha toccato il territorio cubano nel tardo pomeriggio di ieri (ora locale) all'altezza di Punta Caleta, sulla costa meridionale nella provincia di Guantanamo, hanno precisato i media locali.  L'uragano si trova sul territorio cubano ormai da quasi quattro ore e tardava ad allontanarsi dall'isola a causa di un anticiclone sull'oceano Atlantico, precisano i media locali, che riferiscono di raffiche di vento di circa 200 km orari, in qualche caso anche di 250 km orari.  A

Sono già state evacuate circa 300 mila persone nella zona orientale di Cuba. Evacuazioni anche nella base americana di Guantanamo Bay.

Matthew è un uragano di grande «pericolosità», ha ricordato il responsabile del centro pronostici dell'istituto meteo dell'Avana, Josè Rubiera, mentre i media sottolineano che si tratta del ciclone tropicale più potente a colpire la zona caraibica fin dal 2007.

Secondo le ultime previsioni, il ciclone caraibico, dopo Cuba, passerà sulle Bahamas e dovrebbe dirigersi sulla Florida.

Ieri, Matthew ha travolto Haiti e per l'isola caraibica si teme un nuovo disastro umanitario, con l'Unicef che lancia l'allarme e parla di 4 milioni di bambini a rischio. L'uragano ha toccato terra alle sette del mattino ora locale, con venti superiori ai 230 chilometri orari, e secondo i meteorologi potrebbe portare con sè più di un metro di pioggia con il rischio di catastrofiche alluvioni.  E la paura cresce anche negli Stati Uniti, dove Matthew potrebbe arrivare nei prossimi giorni dopo il passaggio su Cuba.

Potrebbe infatti cambiare la sua traiettoria fino a toccare le coste della Florida per poi proseguire lungo la East Coast, dalla Georgia al Nord e Sud Carolina fino allo stato di New York. Il governatore del 'Sunshine State' Rick Scott ha già dichiarato lo stato di emergenza, mobilitando 200 soldati della Guardia Nazionale e invitando la popolazione a preparasi al peggio.

A Miami come a Tampa gli scaffali dei grandi magazzini e dei negozi sono presi in queste ore d'assalto. In maniera precauzionale anche il presidente americano Barack Obama è stato costretto a cancellare due tappe in Florida per la campagna di Hillary Clinton.

Lo stato di emergenza è stato dichiarato anche in Georgia, mentre in Sud Carolina oltre un milione di persone lungo la zona costiera rischiano di essere evacuate, come ha annunciato il governatore Nikki Haley. Matthew - che ha già fatto sette vittime - è la peggior tempesta tropicale che si sia abbattuta su Haiti in decenni. Ma - spiegano gli esperti - rischia di trasformarsi in una catastrofe a causa delle condizioni già disastrose in cui ancora vive la popolazione a sei anni dal terremoto che fece oltre 200 mila vittime. Molti residenti sono ancora nelle tendopoli e, secondo quanto dichiarato dalle autorità locali e dalle varie organizzazioni umanitarie, la maggior parte della popolazione ha ignorato gli appelli all'evacuazione nel timore che i propri averi venissero rubati.

 Il pericolo per i bambini ad Haiti, come ha messo in guardia l'Unicef, potrebbe arrivare soprattutto dall'acqua contaminata, con il rischio di contrarre pericolose malattie. «L'acqua contaminata - ha detto Marc Vincent, rappresentante Unicef ad Haiti - è la prima minaccia per i bambini. La nostra priorità è far si che bevano acqua sicura».

Gli Stati Uniti hanno già rimpatriato 700 familiari del personale americano in servizio. La Casa Bianca ha fatto anche sapere che Obama incontrerà i vertici della protezione civile per un aggiornamento della situazione.

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