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Shimon Peres colpito da ictus, sta migliorando

TEL AVIV. Sembrano migliorare le condizioni di Shimon Peres, l'anziano statista ricoverato ieri per un ictus.L'ex presidente israeliano, 93 anni, è ricoverato in un ospedale di Tel Aviv, il Tel HaShomer, dopo essere stato colpito da un ictus. È in condizioni definite «serie». Peres, ha reso noto il direttore del centro medico Sheba, Yitzhak Reis, ha sofferto di una vasta emorragia cerebrale. L'ex presidente è ricoverato nel reparto di rianimazione. È stato sedato ed è collegato a un respiratore.

Il figlio Chemi, parlando alla Radio Militare, ha detto che la situazione del padre appare «migliorare nel corso del tempo» dal momento del malore. «Di tanto in tanto - ha raccontato - si è ripreso e in quei momenti ero con lui. Devo dire che in quei momenti era cosciente, ho parlato con lui e sento che sta migliorando». Anche il medico personale e genero di Peres, Rafi Walden, ha parlato di un leggero miglioramento dalla notte scorsa ma ha sottolineato che l'ex presidente potrebbe aver riportato danni permanenti dall'ictus che lo ha colpito nella parte destra del cervello. Nel pomeriggio di oggi è prevista un'altra conferenza stampa dei medici sulle condizioni di salute di Peres.

In un'intervista radio suo genero prof. Rafi Waldan (che è anche il medico curante di Peres) ha affermato che «non c'è un pericolo immediato per la sua vita». «Ci sono buone probabilità che superi l'evento» ha aggiunto.

Al momento attuale resta sedato «per concedere il massimo riposo al cervello, e consentirgli di riprendersi». In nottata Peres è stato brevemente svegliato «ed è stato allora possibile comunicare con lui». Per il momento, ha aggiunto Waldan, è stato comunque deciso di «non procedere ad alcuna operazione, di non compiere interventi drastici». «La lezione che abbiamo imparato da Peres - ha concluso - è quella di restare ottimisti incorreggibili».

Il premier Benyamin Netanyahu ha detto in un primo commento che «tutto il popolo prega per lui». Prima del malore, Peres aveva registrato un videomessaggio rilanciato sulla sua pagina Facebook: «Qual è per voi il prodotto più bianco-azzurro (ossia israeliano) ? Per me - risponde - è l'insalata israeliana, i nostri frutti meravigliosi, la nostra industria eccellente e il high-tech molto avanzato. Sono fiero della industria israeliana. Il prodotto israeliano è il mio 'Like'». Poi aveva trovato anche il tempo per tenere una conferenza.

Uno dei simboli di Israele, il padre della patria che ha fatto gli Accordi di pace di Oslo insieme a Yitzhak Rabin, per tre volte, compresa quella di oggi, è dovuto ricorrere alle cure dei medici in pochi mesi. L'anziano statista e Nobel per la pace nel tardo pomeriggio ha detto di «non sentirsi bene» ed è stato accompagnato dal suo medico personale in ospedale dove è stato sottoposto ad accertamenti per disturbi collegati al cervello. Ora, secondo quanto riferito dai media, è trattato con i farmaci
relativi.

A gennaio di quest'anno Peres è stato ricoverato una prima volta per una leggera aritmia cardiaca e sottoposto ad angioplastica con l'allargamento di un'arteria; due settimane dopo nuovo ricovero per quello che è stato definito un piccolo attacco cardiaco. Rimessosi completamente, Peres fu dimesso dall'ospedale dopo cinque giorni. In quell'occasione Peres - che non ha rinunciato ai suoi numerosi viaggi all'estero (in questi anni spesso in Italia per il Forum Ambrosetti) e ad una incessante attività politica con la sua Fondazione - è stato subissato di auguri non solo da tutto Israele ma anche da parte dell'intera comunità internazionale, molto affezionata all'uomo considerato un padre della patria e uno strenuo difensore della pace e del dialogo con i palestinesi.

Peres ha terminato il suo mandato da nono presidente dello stato di Israele nello scorso 2014 ma è rimasto molto attivo e presente nella politica israeliana. La sua ong, il 'Centro Peres per la pace' - che si trova a Giaffa - è uno dei punti fissi della politica di promozione della coesistenza tra arabi ed ebrei e dello sviluppo della pace in Medio Oriente. Nella sua lunga carriera politica - quasi 70 anni - è stato al centro
della vita di Israele ed ha ricoperto negli anni gli incarichi più importanti: da ministro della difesa a premier.

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