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Thailandia, due bombe in un resort
Un morto, turisti stranieri tra i 20 feriti

ROMA. Ancora sangue in Thailandia, dove un attentato terroristico, di matrice incerta, ha colpito una nota località balneare, uccidendo una donna thailandese e ferendo una ventina di altre persone, per lo più turisti stranieri, le cui nazionalità non sono ancora state rese note.

Due ordigni esplosivi, secondo quanto riferisce la polizia in base alle prime risultanze, sono esplosi a circa 25 minuti l'uno dall'altro in tarda serata nella zona del mercato di Hua Hin. Si tratta di una rinomata località balneare a 150 km circa a sud-ovest di Bangkok, nella provincia di Prachuap Khiri Khan, apprezzata dai turisti stranieri come dai thailandesi e sede di un palazzo reale, il Klai Kangwon (il nome si traduce letteralmente con "Lontano dalle preoccupazioni"), dove l'anziano re Bhumibol Adulayadej, ha vissuto stabilmente in anni recenti insieme alla consorte, regina Sirikit, di cui, fra l'altro, domani ricorre il compleanno, che i thailandesi celebrano anche come Festa della mamma.

La prima delle due bombe, rivela la polizia, è esplosa in un vaso poco prima delle 22:00 locali (le 15:00 in Italia), creando panico ma senza ferire nessuno. A uccidere la donna e a ferire le altre persone è stata la seconda bomba, esplosa alle 22:20 in un'altra fioriera a una cinquantina di metri di distanza dalla prima davanti a un affollato bar. Le foto pubblicate dai media mostrano chiazze di sangue in terra. Sul sito dell'Unità di crisi della Farnesina, 'Viaggiare Sicuri', un aggiornamento dell'ultim'ora avverte che "si sono verificate esplosioni nella località di Hua Hin" e "si raccomanda ai connazionali di evitare la zona, di tenersi informati sugli sviluppi della situazione sui media e di seguire scrupolosamente le indicazioni delle autorità locali".

"In caso di emergenza - si specifica - contattare l'Ambasciata d'Italia a Bangkok al numero 0066 81 825 61 03". Incerto il numero dei feriti, la loro nazionalità - alcuni tweet parlano di almeno due britannici fra essi - ma soprattutto la responsabilità dell'attentato, che non è stato rivendicato: secondo analisti, se fossero stati i ribelli musulmani dei vari gruppi separatisti che operano nelle tre province meridionali, al confine con la Malaysia, sarebbe la prima volta che questi colpiscono fuori dal territorio di cui rivendicano l'indipendenza.

L'attentato cade a una settimana dal referendum che ha approvato la nuova Costituzione di ispirazione militare e che costituisce una vittoria per il premier Prayuth Chan-ocha e alla vigilia del compleanno della regina, che da alcuni mesi assiste in ospedale l'88enne re Bhumibol, afflitto da un'infezione.

Qualunque sia la matrice, la Thailandia viene colpita dal terrorismo stragista per la seconda volta in un anno: il 17 agosto del 2015 a Bangkok ci fu un duplice attentato dinamitardo che uccise 20 persone nel tempio di Erawan e nel distretto di Pathum Wan. In quel caso venne fuori che il sospetto responsabile, catturato sulla base di immagini video, era collegato agli ultranazionalisti turchi Lupi Grigi, che avrebbero così voluto vendicare la consegna alla Cina da parte della Thailandia di alcuni militanti Uighuri (l'etnia turcofona e musulmana che si considera oppressa da Pechino).

L'attentato di Hua Hin segue di poche ore un altro, compiuto con tecnica simile nella provincia meridionale di Trang, che ha ferito sei persone - tutti locali - ma che la polizia tende ad attribuire a vicende locali.

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