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Nuova battuta shock di Trump: "Chi ha armi potrebbe fermare Hillary Clinton"

NEW YORK. L'attacco al consolato Usa di Bengasi nel 2012 e lo scandalo delle email: Hillary Clinton non riesce a liberarsi dei fantasmi che ciclicamente tornano ad agitare la sua campagna elettorale. Ora l'attacco più doloroso: quello dei genitori di due delle vittime di quattro anni fa che le fanno causa, accusandola di essere "direttamente responsabile" della morte dei loro figli.

Responsabile per la cattiva gestione della sua posta elettronica, con quell'account privato che da segretario di Stato non avrebbe dovuto utilizzare per scambiare informazioni 'top secret'.

Intanto Donald Trump si rende protagonista dell'ennesima battuta-shock, quasi invitando a sparare alla sua rivale che, tra le altre cose, vuole una stretta sulle armi da fuoco: "Il popolo del secondo emendamento potrebbe fermare Hillary Clinton", ha affermato il tycoon durante un comizio, riferendosi a chi difende il diritto di avere in casa fucili o pistole.

"Uno che istiga alla violenza non puo' fare il presidente. Per questo Trump e' pericoloso", replica la campagna della ex first lady. Ma e' Bengasi a dare piu' fastidio a Hillary. Lo staff della candidata democratica non lo dice pubblicamente, ma è chiaro che dietro all'azione legale intentata nei confronti della Clinton vede la mano di chi vuole arrestare la sua corsa verso la Casa Bianca.

La mano di chi non esita a strumentalizzare a fini politici la tragedia della morte di quattro americani, tra cui l'ambasciatore Chris Steven. Pero' la vicenda è troppo delicata per alimentare le polemiche. E in una nota il portavoce della campagna della Clinton, Nick Merrill, sottolinea come "nessuno può immaginare il dolore delle famiglie di americani coraggiosi che hanno perso la vita".

E si limita solo a ricordare come siano state condotte sull'episodio ben nove inchieste differenti: "Nessuna ha mai trovato prove di alcun genere di comportamenti sbagliati da parte di Hillary Clinton". Non la pensano così Charles Woods, padre di Tyrone, e Patricia Smith, madre di Sean. Quest'ultima è assurta agli onori delle cronache intervenendo sul palco del

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