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Pakistan, l'Isis rivendica l'attentato contro l'ospedale: il più cruento del 2016

ISLAMABAD. Una nuova sanguinosa strage di almeno 70 morti e 112 feriti ha duramente scosso oggi il Pakistan, dove un gruppo fondamentalista talebano ha preso di mira con armi automatiche ed un kamikaze gli avvocati di Quetta, capoluogo della provincia del Baluchistan, considerati un ostacolo alla necessità di «imporre» al governo pachistano l'introduzione di una rigida 'sharià (legge islamica).

Così, attuando un piano studiato nei minimi dettagli, il gruppo Jumaat-ul-Ahrar (JuA), frazione radicale del potente Tehrek-e-Taliban-Pakistan (TTP) e simpatizzante dell'Isis, ha prima lanciato un commando armato che ha crivellato di colpi il presidente dell'Associazione degli avvocati del Baluchistan, Bilal Anwar Kasi.

Poi, mentre la notizia dell'omicidio dell'eminente legale si era fulmineamente diffusa negli ambienti giudiziari della città, ha ordinato ad un kamikaze di mescolarsi fra la folla di avvocati e giornalisti riunitasi vicino al Pronto Soccorso dell'Ospedale civile di Quetta per seguire da vicino la tragica vicenda.

È stato qui che l'attentatore suicida, ad un segnale convenuto, ha attivato gli otto chili di esplosivo e le decine di biglie d'acciaio che portava nel giubbetto provocando un agghiacciante massacro di persone indifese. Le dirette delle numerose tv presenti sul posto hanno immediatamente portato nelle case le scene di caos, distruzione e sangue frutto dello scoppio, con numerosi cadaveri a terra, e con le persone ancora vive ma ferite che cercavano di fuggire, fra fumo e macerie, dal luogo dell'attentato.

Fra le vittime, oltre ad un gran numero di avvocati riconoscibili per la divisa nera, ci sono stati anche due cameramen delle tv Aaj e Dawn giunti fra i primi all'esterno dell'Ospedale dove giaceva la salma di Kasi. Nella sua rivendicazione il portavoce di JuA, Ihsanullah Ihsan, ha chiarito, qualora vi fossero stati dubbi, che l'obiettivo del duplice attentato era la classe degli avvocati pachistani. «E questi attacchi - ha sottolineato - continueranno fino alla completa introduzione in Pakistan della 'sharià».

Si deve ricordare che il gruppo JuA si era attribuito anche la strage in un Parco Giochi di Lahore della scorsa Pasqua in cui morirono 75 persone, per la maggior parte donne e bambini di religione cristiana. E mentre il governatore del Baluchistan, Sanahullah Zehri, ha accusato i servizi di intelligence indiani RAW di essere dietro l'attentato e «di averne le prove», il premier pachistano Nawaz Sharif, recatosi a Quetta, ha decisamente condannato l'attentato, assicurando che i responsabili «saranno assicurati alla giustizia».

Da parte sua infine il comandante in capo delle forze armate, generale Raheel Sharif, ha ordinato ai corpi speciali antiterrorismo di intervenire in Baluchistan per un rastrellamento teso a localizzare ed eliminare gli autori dell'attacco terroristico.

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