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Aerei da Sigonella in Libia, Gentiloni: valuteremo se saranno richiesti

Foto Ansa

ROMA. «Valuteremo se ci saranno richieste, naturalmente se prenderemo decisioni ne informeremo il Parlamento», ha detto stamattina il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a Uno Mattina dopo i raid Usa in Libia, alla domanda sull'ipotesi dell'uso della base di Sigonella.

«La cosa che gli italiani devono sapere - ha detto - è che si tratta di interventi mirati contro le posizioni di Daesh attorno a Sirte, città costiera diventata la roccaforte di Daesh in Libia». «Credo sia un fatto molto positivo che gli americani abbiano deciso di intervenire».

Non illudiamoci di non disturbare il terrorista, perchè il terrorismo colpisce dappertutto: colpisce Paesi che magari, proprio perchè hanno subito attacchi gravissimi, reagiscono in modo molto forte come la Francia; colpisce Paesi che hanno una linea molto più prudente, simile alla nostra, come la Germania. Colpisce nel mucchio: colpisce in Australia, colpisce negli Stati Uniti». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a 'Uno Mattina estate'. «Dobbiamo renderci conto che sradicare questa minaccia è nell'interesse di tutti e che non la si sradica semplicemente scansandoci e pensando che non ci riguardi - ha aggiunto -. Ci riguarda».

Intanto, sono iniziati ieri i primi raid Usa contro lo Stato Islamico nella loro roccaforte libica infliggendo ai jihadisti "pesanti perdite". Le prime missioni aeree di "precisione" - che hanno preso di mira anche carri armati e altri mezzi - sono state autorizzate da Barack Obama, su raccomandazione del segretario alla Difesa Ash Carter e dietro richiesta del premier libico sostenuto dall'Onu, Fayez al Sarraj. E hanno incontrato il favore dell'Italia.

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