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Cade tabù negli Usa, sì ai transgender nelle forze armate

New York, Usa

NEW YORK. Cade un altro tabù nelle forze armate americane. Dal primo luglio cesserà il divieto finora in vigore per i transgender. Questi ultimi non dovranno più nascondere la loro identità.

Si tratta di una decisione contrastata da molti ma presa dal Pentagono alla vigilia della giornata del gay pride che verrà festeggiata in tutto il mondo. Una misura fortemente voluta dal segretario alla difesa Ash Carter, che poche settimane fa aveva varato un'altra rivoluzione: la possibilità che anche le donne soldato possano partecipare ai combattimenti in prima linea.

La caduta del divieto per i transgender rappresenta l'ultima tappa di un percorso avviato dall'amministrazione Obama nel 2010, con l'abolizione del cosiddetto 'Don't ask don't tell', la regola per cui nessun militare doveva dichiarare la propria omosessualità, pena la radiazione. L'annuncio ufficiale dell'abolizione del divieto per i transgender nelle forze armate avverrà alla vigilia dell'Independence Day, il 4 luglio. Ma già la comunità gay esulta. Anche perché la novità dal Pentagono arriva nello stesso giorno in cui Barack Obama per decreto ha designato 'monumento nazionale' lo Stonewall Inn, lo storico pub del Greenwich Village, a Manhattan, teatro di epiche battaglie per il riconoscimento dei diritti della comunità Lgbt.

Il caso più famoso di un trasgender nell'esercito americano è quello di Cristopher Back, ex Rambo pluridecorato dei Navy Seal che una volta lasciato il corpo dei Marine nel 2013 ha fatto coming out, postando una sua foto come donna sui social media e cambiando nome in Kristin Back. In generale, la decisione del Pentagono si inquadra nell'azione del presidente Barack Obama che nei suoi otto anni alla Casa Bianca ha spinto come nessun altro presidente della storia per il riconoscimento dei diritti della comunità Lgbt. La vittoria più grande, la legalizzazione delle nozze gay decisa dalla Corte Suprema.

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