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Londra, un'altra nave da guerra per aiutare la Libia contro trafficanti

ROMA. La Gran Bretagna è pronta a inviare un'altra nave da guerra nel Mediterraneo per aiutare la Libia nella lotta contro i trafficanti di essere umani e di armi. Lo riferiscono fonti a margine del G7 in Giappone.

Londra ha una sola nave nella zona, la Enterprise. Per poterne inviare un'altra l'Ue deve estendere il mandato delle sue operazioni navali. Questa settimana, proseguono le fonti alla Bbc, Londra ha inviato a Roma quattro strateghi militari per discutere un piano volto a rafforzare l'azione della Guardia costiera libica.La cronaca delle ultime ore nella Libia da cui salpano i barconi dei disperati, mostra come sia difficile la via della stabilizzazione, con la guerra contro la  roccaforte dell'Isis a Sirte portata avanti da due eserciti diversi, quelli di Tripoli e di Haftar, e con l'aiuto semi-segreto di forze speciali occidentali.

Questo ultimo elemento è emerso oggi grazie al Times di Londra anche se l'operazione che rivela il quotidiano è avvenuta un mese fa: le forze speciali britanniche, nella prima prova di un impegno militare diretto da parte di Londra, hanno distrutto con un missile a Misurata un camion bomba guidato da kamikaze dello Stato islamico. A raccontarlo al Times è stato uno dei più importanti capi-milizie locali, Mohammed Durat.

Già in marzo, anche in quel caso sulla base di documentate indiscrezioni di stampa, era emerso che le forze speciali britanniche Sas sarebbero schierate in Libia sin dall'inizio dell'anno. La cortina di riserbo su operazioni di questo tipo è stata bucata fra l'altro da informazioni su uno sbarco di truppe speciali francesi durante l'inverno e dalla presenza di piccole unità statunitensi (si parlò di due squadre di 25 uomini) già dalla fine dell'anno scorso. E si era parlato anche di un breve black out che sarebbe stato generato da un aereo spia della Raf sulle comunicazioni elettroniche di Daesh a Sirte. Per quanto riguarda l'Italia, come sottolineato di recente dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, prioritaria la difesa della sede diplomatica italiana nella capitale libica, la cui riapertura è prevista nei prossimi mesi.

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