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Attentato suicida a Kabul: almeno trenta vittime

KABUL. Un commando suicida di talebani è entrato in azione oggi nel centro di Kabul attaccando, in una zona considerata di massima sicurezza, una sede dei servizi di intelligence e provocando una strage: il bilancio è di almeno 30 morti e oltre 320 feriti.

Ad una settimana dal lancio della 'Offensiva di Primavera' dedicata quest'anno al defunto leader Mullah Omar, gli insorti hanno mostrato tutta la loro determinazione prendendo di mira nel quartiere di Pul-e-Mahmood Khan, vicino al ministero della Difesa, l'edificio utilizzato dalla 10/a sezione della Nds incaricata di proteggere i Vip afghani.

Nonostante posti di blocco e controlli, un kamikaze al volante di un camion imbottito di centinaia di chili di esplosivo è riuscito ad arrivare verso le 9 locali fin davanti all'obiettivo prescelto, facendosi salare in aria a ridosso degli uomini della sicurezza, ma soprattutto fra la gente che, ignara, transitava in quel momento nella zona.

E mentre all'esterno si ripetevano le scene di sangue e disperazione connaturate con la storia recente dell'Afghanistan, tre mujaheddin armati riuscivano a penetrare all'interno del palazzo, ingaggiando uno scontro a fuoco con le unità speciali giunte sul posto, terminato solo due ore dopo. L'enorme quantità di esplosivo utilizzato dai talebani, che hanno immediatamente rivendicato l'operazione collegandola con l'Offensiva di Primavera avviata il 12 aprile, spiega il pesante bilancio di vittime ed anche gli ingenti danni causati in un ampio raggio a edifici e auto parcheggiate nella zona. Giunto a Kabul poco dopo l'attentato da Herat, dove ha incontrato le autorità locali e lodato il contingente militare italiano, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha reagito all'accaduto ricordando che "in Afghanistan c'è un'offensiva terroristica da circa una settimana", e che "l'attacco di oggi è gravissimo anche perché colpisce le forze di sicurezza afghane".

"Ho sentito una grande determinazione nella lotta al terrorismo da parte del presidente Ashraf Ghani", ha comunque riferito il titolare della Farnesina, segnalando che "continueremo a collaborare con loro", ma che "i protagonisti in questa battaglia sono ormai da qualche tempo le forze di sicurezza afghane". Da parte sua Ghani ha stigmatizzato l'accaduto sottolineando che esso "mostra chiaramente la sconfitta del nemico negli scontri sul terreno con le forze di sicurezza afghane".

E il coordinatore del governo, Abdullah Abdullah, ha parlato di "crimine vigliacco ed inumano dei nemici dell'Afghanistan". Nonostante l'accaduto, ha quindi detto, "gli sforzi del governo per la pace continueranno". Ma il segnale che gli analisti hanno tratto dall'attentato è che la strada per un dialogo di pace fra il governo afghano e diversi gruppi in armi, principalmente proprio i talebani, è ancora completamente in salita. Negli ultimi mesi un Comitato quadripartito (Afghanistan, Pakistan, Usa e Cina) ha cercato di tracciare una roadmap che potesse servire da guida per l'apertura di una trattativa, ma settimane fa i talebani hanno fatto chiaramente capire di non essere disposti a negoziare in presenza di forze militari Usa in territorio afghano.

A questo si deve aggiungere che la successione alla guida dell'Emirato islamico dell'Afghanistan talebano è stata sofferta e non è ancora risolta. Il Mullah Akhtar Mansour, che ha preso il posto del Mullah Omar, non ha ottenuto l'unanimità fra i comandanti. Si sono registrati scontri fra fazioni che hanno complicato la sua leadership, costringendolo ad un irrigidimento della strategia per non perdere il controllo dell'ala più intransigente del movimento.

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