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Stragi di Parigi e Bruxelles, preso Abrini: "E' l'uomo col cappello"

La sera del 13 novembre Abrini era con Abdeslam alla guida della Renault Clio poi usata per gli attacchi nella capitale francese

BRUXELLES. Parigi e Bruxelles tirano finalmente un sospiro di sollievo. Anche se conferme ufficiali alle informazioni di Rtbf e Vrt non sono ancora arrivate, i 'pezzi da 90' dietro gli attentati che hanno lasciato dietro di  loro 162 vittime sono finiti dietro le sbarre: Mohammed Abrini, il complice di Salah Abdelsam a Parigi, rivelatosi essere anche «l'uomo col cappello» dell'aeroporto di Bruxelles, è stato arrestato.

Non da solo, ma insieme a Osama Krayem, il 'quarto uomò anche lui già ricercato per Parigi e che si è assicurato che Khalid El Bakraoui si facesse esplodere nella metro Maelbeek. E, secondo politico.eu, ad Abu Amrid, nome finora ignoto ma che sarebbe la vera 'mentè dietro gli attacchi. Abrini, come Salah, è stato 'beccatò a due passi da casa, in square Albert 1 ad Anderlecht, quartiere di Bruxelles a pochi passi dalla Gare du Midi e da Molenbeek.

Una lunga caccia che, dopo le critiche, ha ridato lustro all'immagine dell'intelligence belga, di cui l'ultima calcolata mossa è stata ieri la diffusione da parte della Procura federale  belga del percorso del 'terzo uomò dall'aeroporto sino in centro città: forse per far compiere un passo falso ad Abrini e  ai suoi complici, facendoli credere 'al sicurò e non identificati.

La svolta nelle indagini - per una volta non trapelate in anticipo sui media - è arrivata con l'identificazione di diverse tracce di dna nel covo di Schaerbeek da cui sono partiti i kamikaze per Zaventem. Proprio qui è stato ritrovato quello di Abrini e anche quello di Krayem. L'operazione, dalle immagini trapelate sui social, è stata chirurgica: uomini e auto in borghese delle forze speciali hanno messo a terra e bloccato Abrini per strada.

Quel che emerge con chiarezza, però, è lo strettissimo legame tra gli attentati di Parigi e Bruxelles, e lo sfruttamento della crisi dei migranti in Grecia per poter far entrare indisturbati dalla Siria in Europa i 'foreign fighters' dell'Isis: di fatto un'unica cellula, con diversi attori ma una sola regia, che dopo aver massacrato 132 persone il 13 novembre, ha potuto colpire di  nuovo il 22 marzo, uccidendone altre 32. E che, se non ci fossestata la sparatoria di Forest e l'arresto di Salah, avrebbe forse fatto salire ancora il bilancio di sangue.

Salah era stato a Budapest alla stazione di Keleti a recuperare due uomini, di cui uno era Mohammed Belkaid, l'algerino ucciso a Forest che usava il falso nome di Samir Bouzid ed è stato coinvolto a Parigi. E l'altro era Najim  Laachraoui, alias Soufiane Kayal, kamikaze di  Zaventem e basista in Parigi. Abrini aveva invece accompagnato l'amico d'infanziaS alah a Parigi l'11 novembre, alla guida della Clio nera usata per gli attacchi.

Ricercato, mai preso, passa in azione in prima persona a Bruxelles dove diventa «l'uomo col cappello», che veste insieme a grossi occhiali per dissimulare il suo volto che, sapeva, era noto: aspetta che Laachraoui e Ibrahim El Bakraoui si facciano esplodere, e se ne va, indisturbato, percorrendo a piedi oltre 10 chilometri.

Krayem, la cui foto diffusa sui media lo ritrae in mimetica, kalashnikov in mano e bandiera nera dell'Isis sullo sfondo, entra in Europa via Leros con un falso passaporto siriano a nome di Naim Al Hamed insieme ad Amine Choukri, arrestato insieme a Salah e che Salah va a prendere in ottobre in Germania. Ha un ruolo in Parigi ed è l'uomo che si occupa dello 'shopping' a Bruxelles: acquista, ripreso dalle camere di sorveglianza del centralissimo centro commerciale City2, i borsoni utilizzati per le bombe. E sempre lui è il 'quarto uomò che, alla stazione della metropolitana Pètillon, è ripreso di nuovo dalle telecamere che 'monitoravanò Khalid, che quattro fermate dopo si farà saltare in aria a Maelbeek.

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