TEL AVIV. Il 2016 è iniziato nel segno del terrore in Israele. Un attentatore ha aperto il fuoco contro gli avventori di un pub nella centralissima via Dizengoff, poco prima dell'inizio del riposo sabbatico, quando il locale era affollato per un compleanno, uccidendo due persone e ferendone altre.
Quale che sia la reale matrice dell'attacco - per tutta la giornata la polizia si è rifiutata di sbilanciarsi - immediate sono state le conseguenze per gli abitanti di Tel Aviv, che hanno dovuto trovare riparo nelle proprie abitazioni mentre ingenti reparti di polizia setacciavano le strade vicine alla ricerca dell'assalitore. Nei luoghi di svago, sempre affollati nel primo pomeriggio del venerdì, si sono visti agenti armati e membri delle unità di elite. E il senso di insicurezza - che sta prendendo piede negli ultimi mesi in Israele a causa
dell'intifada dei coltelli - è tornato a pervadere gli israeliani. L'assalto è stato salutato con favore da Hamas a Gaza e dai siti vicini. Ma rivendicazioni dirette finora non ci sono state.
La sparatoria è iniziata poco prima delle 15, quando l'aggressore - a quanto pare un arabo israeliano - è entrato in un negozio con il volto coperto da occhiali e con un sacco in spalla. Dopo aver esaminato con calma la mercanzia, ha deposto il sacco su un carrello, ha estratto un'arma automatica (possibilmente un Falcon di produzione italiana) e si è lanciato in via Dizengoff, sparando almeno una trentina di proiettili sui passanti e sugli avventori del pub Hasimtà. «Non sembrava che volesse colpire qualcuno in particolare», ha raccontato un testimone.
Per alcuni di loro non c'è stato scampo. Due sono rimasti uccisi sul posto, altri quattro sono giunti in condizioni gravi in ospedale e altri ancora sono stati feriti in modo più lieve. Le vittime erano incensurate, cosa che farebbe escludere la pista di un regolamento di conti della malavita. Da parte sua il sindaco Ron Hulday ha definito «totalmente infondate» voci diffusesi nei primi momenti secondo cui l'attentatore voleva forse colpire un club di omosessuali, che però non c'è in quel posto. Ieri il locale Hasimità aveva ospitato una serata privata con la top model Bar Refaeli.
Nel frattempo, mentre nel pub i superstiti cercavano di prestare soccorso ai feriti più gravi, l'attentatore è riuscito a dileguarsi. Secondo un testimone, sarebbe salito su un taxi e sceso poco dopo. Estese ricerche della polizia nella zona dell'attacco non hanno dato esito.
Ad imprimere una svolta alle indagini sono stati il caricatore della sua arma (rimasto su un marciapiede), il sacco abbandonato sul carrello del negozio (dove c'era una copia del Corano) e le immagini riprese da telecamere di sicurezza. Alla loro diffusione una famiglia di Arara, una località nel nord di Israele, ha riconosciuto il figlio e ha avvertito la polizia.
Secondo un conoscente, un suo cugino fu ucciso anni fa dalla polizia israeliana e dunque una delle ipotesi potrebbe essere quella di una vendetta privata. Gli agenti della polizia si sono interessati in particolare alla sua pagina Facebook. In serata è stata oscurata, mentre esperti hanno cercato di appurare se il giovane abbia ricevuto dall'estero un ordine di passare all'azione. L'attacco al pub è avvenuto infatti mentre minacce ad Israele vengono lanciate negli ultimi tempi sia dal leader Hezbollah Hassan Nasrallah sia da Abu Bakr al-Baghdadi, il Califfo dello Stato islamico.
In serata la polizia israeliana ha autorizzato gli abitanti del rione di Tel Aviv vicino al luogo dell'attentato ad uscire in strada e a tornare alla normalità. I locali di svago sono stati riaperti, fra misure particolari di sicurezza. Ma al pensiero che l'attentatore del pub è ancora a piede libero molti hanno preferito egualmente trascorrere la serata in casa. Per una volta la frizzante Tel Aviv è stata costretta ad abbassare la testa.
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