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E' vietato festeggiare il Natale in Brunei. La pena? La galera

Non è permesso alcun tipo di celebrazione in pubblico e per i trasgressori è prevista una condanna fino a cinque anni di carcere

LONDRA. Festeggiare il Natale con alberi addobbati, cappellini di Babbo Natale e biglietti di auguri non è una gioia ma un rischio che può costare perfino la libertà nel piccolo Stato del Brunei. Il potente sultano Hassanal Bolkiah, dopo aver introdotto la Sharia, ha anche 'vietato' la più importante e tradizionale festività cristiana. Non è permesso alcun tipo di celebrazione in pubblico e per i trasgressori è prevista una condanna fino a cinque anni di carcere. La misura drastica è stata giustificata dal governo come misura per non
«danneggiare» i fedeli musulmani nel Paese a maggioranza islamica.

Secondo i media britannici, il bando era stato introdotto per la prima volta nel 2014 ma è stato rinnovato quest'anno con ancora più forza dopo l'appello lanciato da un gruppo di imam. Si vuole evitare in tutti i modi che l'atmosfera della festa, che comunque anche grazie al consumismo ha perso molto del suo significato religioso, attragga i musulmani e in qualche modo li allontani dalla loro fede. I funzionari del ministero per gli
Affari religiosi sarebbero già entrati in azione per far rispettare il divieto: controllano i negozi per assicurarsi che non ci siano esposte decorazioni o altri oggetti natalizi. È
stata concessa solo qualche eccezione: i cristiani possono celebrare la loro festività ma devono farlo in privato e solo dopo aver avvertito le autorità.

Il Brunei, una monarchia assoluta retta dal sultano dove non si tengono mai elezioni, nel 2014 ha introdotto la severa legge islamica che prevede, almeno dal punto di vista formale,
lapidazioni e amputazioni per punire una serie di reati. Quasi il 70 per cento della popolazione del sultanato - che ha una storia secolare di autonomia economica tra i giganti indiano, cinese e britannico - è musulmana sunnita, mentre il resto (pari a quella che abita a Firenze, circa 360mila persone) è diviso tra buddisti, cristiani delle varie Chiese e animisti.

La decisione di 'proibire' il Natale ha diffuso un certo malcontento nel Paese, visibile dai tanti cittadini che sfidano le autorità pubblicando su Twitter foto di alberi e addobbi natalizi. Già in passato Bolkiah era stato criticato per l'introduzione della Sharia. Alcuni vip, come Stephen Fry, Stella McCartney e Sir Richard Branson, avevano promosso il boicottaggio della catena di hotel controllata dal sultano che include diversi alberghi di lusso a Londra, Parigi e Milano.

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