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Jet russo abbattuto, Medvedev attacca: "Turchia dimostra di proteggere l'Isis"

Il premier russo Dmitri Medvedev

MOSCA.  «Una pericolosa escalation dei rapporti Russia Nato, che non può essere giustificata con alcun interesse, compresa la protezione dei confini»: è la prima delle tre conseguenze delle «sconsiderate azioni criminali delle autorità turche che hanno abbattuto l'aereo russo» ieri, ha dichiarato il premier russo Dmitri Medvedev. Con l'abbattimento del jet russo, «le lunghe relazioni di buon vicinato tra Russia e Turchia sono state minate»: lo afferma il premier Dmitri Medvedev. Le «conseguenze dirette» potrebbero essere «la rinuncia a una serie di importanti progetti comuni e la perdita di posizione nel mercato russo da parte delle compagnie turche.

«Le lunghe relazioni di buon vicinato tra Russia e Turchia sono state minate, in particolare nella sfera economica e umanitaria» e «questo danno sarà duro da riparare», ha osservato il capo del governo russo. Le aziende turche sono molto presenti nel mercato russo, in particolare nell'ortofrutta, nei beni di consumo, nell'edilizia. Quanto ai progetti comuni, si spazia dalla costruzione di una centrale nucleare al gasdotto Turkish Stream.

«La Turchia ha dimostrato ora con le sue azioni di proteggere i militanti dell'Isis»: lo ha detto il premier russo Dmitri Medvedev, commentando da Iekaterinburg l'abbattimento del jet russo. «Questo non sorprende, considerando l'informazione sugli interessi finanziari diretti di certi dirigenti turchi nella fornitura di prodotti petroliferi realizzati dagli impianti dell'Isis», ha osservato.

I sistemi di difesa anti missilistica S-400 saranno trasportati alla base militare russa di Khmeimim, a Latakia: lo annuncia il ministro della Difesa russa Serghiei Shoigu, all'indomani dell'abbattimento del jet russo da parte di F16 turchi, come riferisce la Tass.

«La Turchia sostiene la pace, il dialogo e la diplomazia»: con l'abbattimento di ieri del jet russo «ha soltanto difeso la sua sicurezza e i diritti dei suoi fratelli» turcomanni. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, citato dall'agenzia di stampa statale Anadolu.

«Il mondo con il fiato sospeso», «Il mondo in bilico», «La crisi dei missili turca». La stampa britannica prende oggi sul serio le possibili conseguenze dell'abbattimento da parte della Turchia di un jet militare russo al confine siriano. E se anche negli articoli di alcuni giornali non manca la previsione, o piuttosto l'auspicio, che tutto possa essere circoscritto a qualche reazione economica da parte di Mosca e che l'Occidente sia in grado di convincere il Cremlino a evitare un'escalation, il timore nei titoli la fa da padrone. Con i tabloid pronti a far proprie le parole del presidente russo sulla «coltellata alla schiena» ricevuta da Ankara e a evocare scenari almeno potenzialmente catastrofici; ma anche giornali più posati a sottolineare «il furore di Putin» (Independent, Daily Telegraph) o «il monito di Putin» (Financial Times). L'atteggiamento prevalentemente anti-russo delle testate londinesi, caratterizzato negli ultimi mesi da un largo spazio concesso a toni da nuova guerra fredda, cede del resto il passo a una lettura più meditata. Così, pur sottolineando come la Russia fosse stata «ripetutamente avvertita» su presunti episodi di sconfinamento recenti, vari commentatori evocano la necessità d'evitare ora una rottura con Mosca nella lotta all'Isis.

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