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Gerusalemme, una palestinese pugnala passanti ebrei: ma uno le spara

Gerusalemme, Israele - Gerusalemme è un vero crocevia di culture, cucine e credo religiosi. In nessun altro posto è altrettanto evidente che nelle strade della Città Vecchia, casa di alcuni dei più grandi personaggi ed eventi storici

TEL AVIV. Torna la violenza nella Città Vecchia di Gerusalemme. Secondo i mass media online, una palestinese ha pugnalato due passanti ebrei alla Porta dei Leoni, uno dei quali ha reagito sparandole.

La donna sarebbe ferita in modo molto grave. Secondo la polizia israeliana l'attacco è stato lanciato da una «terrorista». La donna ha pugnalato nella Città Vecchia un ebreo di 35 anni che ha estratto la pistola l'ha colpita. La polizia ha confermato che la donna è ricoverata in condizioni «gravi». La stampa parla di un'altra persona rimasta ferita nell'attacco.

In un'intervista al quotidiano israeliano Haaretz il presidente palestinese Abu Mazen ha detto di essere impegnato nel tentativo di calmare la situazione, dopo un'impennata di violenze a Gerusalemme est e in Cisgiordania. «Non abbiamo puntato alla violenza, nè ad una escalation. Ma la aggressività (israeliana, ndr) verso la moschea al-Aqsa e verso i fedeli ha prodotto la situazione. Noi cerchiamo tutto il tempo di impedire un inasprimento».

«Sono favorevole ad una lotta popolare non violenta. Mi oppongo alla violenza e al ricorso alle armi» ha precisato Abu Mazen, riferendosi ai recenti attentati che hanno provocato la morte di quattro israeliani. «L'ho ripetuto diverse volte. Non vogliamo tornare alla spirale della violenza».

Abu Mazen ha anche criticato le misure repressive annunciate ieri dal governo israeliano, fra cui la demolizione delle case di attentatori e l'invio a Gerusalemme est di rinforzi di polizia. «Tutto ciò - a suo parere - servirà solo a far crescere l'odio». Nel corso dell'intervista Abu Mazen si è detto disposto a riprendere i negoziati con Israele dal punto in cui si sono interrotti un anno e mezzo fa. Ma ha anche avvertito: «questa situazione di status quo senza accordo, e di prosecuzione della costruzione negli insediamenti, non può durare all'infinito».

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