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Isis, capo iracheno denuncia il massacro di 70 membri del suo clan

Il capo di un clan tribale iracheno ha denunciato oggi il massacro da parte dell'Isis di 70 membri della sua tribù, dopo che erano stati sequestrati in un'area a nord di Ramadi

BAGHDAD.  Il capo di un clan tribale iracheno ha denunciato oggi il massacro da parte dell'Isis di 70 membri della sua tribù, dopo che erano stati sequestrati in un'area a nord di Ramadi. La denuncia è stata fatta dallo Sheikh Naim al Gaud, capo del clan degli Albu Nimr, ostile allo Stato islamico.

«Terroristi di Daesh hanno rapito 70 membri del clan degli Albu Nirm domenica sera nell'area di Tharthar, a nord di Ramadi, e li hanno uccisi nella stessa area con un colpo di pistola alla testa di ciascuno di essi», ha affermato lo Sheikh Gaud in un comunicato.
«Tutte le vittime - aggiunge il capoclan - hanno padri o fratelli che servono nelle file dell'esercito iracheno, della polizia o delle milizie tribali che hanno difeso (dall'Isis) la
regione di Barwana, nel distrettro di Haditha, nell'ovest della provincia di Al Anbar».
Ramadi, il capoluogo di questa provincia, situato un centinaio di chilometri a ovest di Baghdad, è stato conquistato dai jihadisti dello Stato islamico nel maggio scorso.
Lo Sheikh Gaud ha rivolto un appello al governo iracheno, e in particolare al primo ministro Haidar al Abadi, che è anche comandante in capo delle forze armate, a «proteggere la popolazione di Al Anbar dalla brutalità dei miliziani di Daesh accelerando la liberazione della provincia».

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