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La polizia uccide un altro afroamericano: "Non si è fermato all'Alt"

NEW YORK. La polizia ha ucciso a colpi di arma da fuoco un ragazzo afroamericano di 15 anni, Andrew Green, per non essersi fermato a uno stop e per aver anzi accelerato per scappare a bordo di un'auto probabilmente rubata. È quanto accaduto - riporta la stampa americana - a Indianapolis nella notte di domenica.

Secondo quanto riferito dalla polizia, Greene era al volante di un'auto la cui descrizione coincideva a quella di un veicolo rubato. A uno stop Greene non si è fermato, anzi ha accelerato in direzione degli agenti, cercando di effettuare nel finale un'inversione a U. La sua vettura è però finita contro quella della polizia.

Alcuni all'interno dell'auto sono scappati, a Greene gli agenti hanno chiesto di scendere ma il ragazzo si è rifiutato, rimettendo in moto l'auto e accelerando. Sempre secondo la versione degli agenti, in quel momento la polizia ha sparato, il ragazzo è allora sceso dall'auto con in mano una pistola ed è crollato a terra.

La ricostruzione degli agenti non convince la famiglia di Greene, che chiede ai ragazzi che erano in auto con Andrew Greene di uscire alla scoperto. «Avete visto qualcosa, avete visto che gli hanno sparato».

Il caso rischia di infiammare ulteriormente gli animi a Ferguson, dopo la sparatoria della notte di ieri. Secondo le ricostruzioni è avvenuta in seguito agli scontri a colpi di arma da fuoco fra due gruppi rivali a West Florissant Avenue, l'epicentro delle proteste di Ferguson. Il ragazzo ferito, Tyrone Harris, faceva parte di uno dei due gruppi: quattro agenti in borghese lo hanno visto correre all'interno di un parcheggio e si sono diretti, a bordo della loro auto, nella sua direzione, lampeggiando con i fari. Harris ha quindi aperto il fuoco, e la polizia ha risposto: uno dei dieci proiettili esplosi lo ha colpito. A suo carico, le autorità hanno annunciato 10 capi d'accusa, incluso l'assalto a forze dell'ordine. Critica duramente l'incidente il ministro della giustizia americano, Loretta Lynch. «La violenza oscura ogni messaggio di pace, e mette la comunità e gli agenti che cercano di proteggerla in pericolo».

Le polemiche però riguardano ancora una volta anche la polizia: il Ferguson Action Council, la coalizione che organizza le proteste locali, denuncia la scelta di inviare agenti in borghese senza telecamere nell'area della manifestazione. «Dopo un anno di proteste e di dialogo sulla responsabilità della polizia, l'invio di agenti in borghese senza telecamere e appropriata identificazione nell'area della manifestazione, ci lascia ancora una volta solo con il resoconto sull'incidente di un poliziotto, e questo è un problema» afferma Kayla Reed, una delle organizzatrici della manifestazione. Oltretutto, le prime ricostruzioni 'alternativè a quelle della polizia dipingono un'altra scena: secondo quanto riferito dal papà di Harris, che ha citato due ragazze che erano con lui, il ragazzo sarebbe stato disarmato e stava correndo per salvarsi la vita. «Stanno dicendo un sacco di bugie», accusa il padre.

«Erano criminali, non manifestanti», spiega dal canto suo il capo della polizia Jon Belmar. «I manifestanti sono coloro che parlano di come cambiare. Non ci possiamo permettere nessun tipo di violenza in giornate come queste ma neanche in nessun altro momento se vogliamo muoverci nella giusta direzione» aggiunge Belmar. Le tensioni nell'area continuano: in mattinata un uomo ha aperto il fuoco contro due ragazzi che camminavano sul marciapiede vicino al luogo dove Michael Brown è stato ucciso un anno fa. I due ragazzi, di 17 e 19 anni, sono stati feriti ma non sono in pericolo di vita.

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