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Pakistan, la polizia uccide l'ex capo sunnita e 13 suoi seguaci

Il gruppo Lashkar-e-Jhangvi di Ishaq è accusato di aver ucciso centinaia di persone della minoranza musulmana sciita in Pakistan

ISLAMABAD.  La polizia pachistana ha ucciso in una sparatoria l'ex capo di un gruppo fuorilegge sunnita e 13 dei suoi associati. Lo rende noto il ministro degli Interni della provincia orientale del Punjab, Shuja Khanzada.

Malik Ishaq è stato ucciso prima dell'alba di oggi nel distretto di Muzaffargarh. L'uomo era stato arrestato circa una settimana fa; stamattina alcuni agenti lo stavano portando in un
posto per un interrogatorio quando un gruppo di uomini armati ha cercato di strapparlo alla polizia, che ha risposto al fuoco dando vita ad una sparatoria andata avanti per due ore.
Il gruppo Lashkar-e-Jhangvi di Ishaq è accusato di aver ucciso centinaia di persone della minoranza musulmana sciita in Pakistan.

Ishaq, fondatore dell'organizzazione armata sunnita che è tra le più temibili in Pakistan, è morto insieme ai suoi due figli nello scontro a fuoco.  Un convoglio su cui viaggiavano i militanti, arrestati una settimana fa, è stato attaccato da una decina di uomini armati con l'intenzione di liberarli. Ishaq e i suoi due figli Usman e Haq Nawaz erano stati portati in una località per identificare un deposito di armi. Nel conflitto a fuoco sono stati feriti anche sei poliziotti.

Lashkar-e-Jhangvi (Lej) ha legami con Al Qaida ed è considerata responsabile di diverse stragi di sciiti. Ishaq è sospettato di essere l'artefici di molti attentati. Era stato rilasciato nel 2011 dopo 14 anni di detenzione e messo agli arresti domiciliari per evitare contatti con il suo gruppo. Era anche sulla lista dei terroristi super ricercati dagli Stati Uniti.

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