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I jihadisti dell'Isis riconquistano la città di Kobane

ROMA. L'Isis ha riconquistato la città siriana di Kobane dopo violenti scontri con le forze curde. Lo riferisce la Bbc citando l'Osservatorio siriano per i diritti umani.

Le forze curde avevano conquistato la città siriana al confine con la Turchia lo scorso gennaio dopo una lunga campagna sostenuta anche dai raid della coalizione internazionale anti-Isis. La sconfitta dei jihadisti a kobane aveva avuto una grande eco internazionale e assunto un alto valore simbolico.

Alcuni miliziani dello Stato islmico (Isis) si sono infiltrati stamani nella periferia meridionale di Kobane-Ayn Arab, la cittadina siriana a maggioranza curda al confine con la Turchia e controllata dalle milizie curde. Secondo fonti nella regione di Kobane, sono in corso scontri armati dopo che l'Isis ha fatto esplodere stamani un'autobomba a un posto di blocco curdo all'ingresso meridionale della città.

Intensi scontri tra jihadisti dell'Isis e forze governative siriane a Hasake, capoluogo dell'omonima regione nord-orientale al confine con Iraq e Turchia. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui circa 50 tra jihadisti e lealisti sono morti finora nei combattimenti.

Intanto nei giorni scorsi sono stati pubblicati nuovi terrificanti video dell'Isis: i jihadisti hanno 'giustiziato' cinque prigionieri, vestiti con la solita tuta arancione, calandoli prigionieri di una gabbia in uno stagno. Telecamere sott'acqua hanno confermato che l'esecuzione è andata in porto e che sono tutti annegati.

Le immagini sono visibili sul britannico Mirror online.Le esecuzioni dell'Isis documentate dal nuovo filmato, sempre di ottima qualità, sono in tutto 16, e si sarebbero verificate a Ninive, in Iraq.

Oltre ai cinque annegati in gabbia, altri prigionieri dello Stato Islamico vengono giustiziati con un bazooka, mentre sono rinchiusi in un'auto. Altri, infine, vengono uccisi facendoli saltare per aria con dell'esplosivo, legato intorno al collo di almeno sei prigionieri, dopo aver ammesso di essere delle spie.

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