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La Grecia affonda nella crisi, Varoufakis: "Liquidità a rischio"

WASHINGTON. La liquidità in Grecia sta finendo: lo ha detto il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, sottolineando come «la Grecia non sta giocando con una possibile Grexit», un'uscita del Paese dall'euro. La Grecia spera di raggiungere un accordo con l'area euro entro fine giugno. Lo afferma il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, intervenendo a Washington al Brooking Institute. Varoufakis si dice pronto ad accettare tutte le condizioni se «hanno senso».

L'Europa deve ammettere che il programma ha peggiorato la situazione greca. La crisi della Grecia è il «nostro inverno di discontento che dura da sette anni». Lo afferma il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, sottolineando che «più a lungo durano le trattative, più lunga sarà agonia della nostra economia».

La situazione della Grecia si aggrava sempre di più: i negoziati con l'Europa non fanno alcun passo avanti spingendo Bruxelles ad incalzare il Governo di Tsipras, mentre il Fondo monetario internazionale chiude la porta all'ipotesi di un rinvio delle scadenze di maggio e lancia l'allarme sulla liquidità. L'incertezza che cresce agita i mercati e tornano le tensioni in tutta Europa: le Borse chiudono negative una giornata nera, i rendimenti dei titoli greci a tre anni volano a 26,18%, il massimo dal 2012, e lo spread italiano sale a 130 punti base, segnando i massimi da due mesi.

«Il lavoro prosegue ma non siamo soddisfatti del livello di progressi raggiunto finora», ha detto il portavoce del presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, aggiungendo che «il lavoro deve intensificarsi» in vista dell'Eurogruppo del 24 aprile a Riga. Anche se nessuno nutre più speranze in uno sblocco degli aiuti la prossima settimana, la riunione dei ministri potrebbe almeno mettere un punto fermo sulle riforme che il Governo greco intende realizzare. Ma neanche questo sarà possibile senza un'accelerazione dei lavori preparatori, ovvero il complesso negoziato del Brussels Group (Ue, Bce, Fmi, fondo salva-Stati Esm e Grecia) che sta cercando di arrivare alla lista definitiva dei provvedimenti.

Le divergenze che ancora esistono sarebbero ampie e difficili da colmare a livello tecnico perchè riguardano gli ambiti 'socialì, cioè pensioni e misure a sostegno della popolazione, su cui Syriza ha una posizione considerata 'ideologicà, che non vuole ammorbidire. Le speranze sono ora riposte sulla sessione del Fmi a Washington, dove sono riuniti «i massimi livelli politici», spiega la Commissione che auspica un confronto che possa portare «i progressi che vorremmo vedere».

A Washington la Grecia tenterà anche la carta Obama: il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha in programma un incontro con il presidente Usa dal quale cercherà di avere sostegno. Intanto, dal Fmi non arriva l'aiuto che Atene sperava. Tsipras avrebbe volentieri richiesto al direttore generale Christine Lagarde un rinvio delle scadenze di maggio, che alleggeriranno di circa un miliardo di euro le magre casse dello Stato. Ma non è nemmeno riuscito a formalizzare la richiesta: «Ritardi nei pagamenti non sono mai stati accordati dal board del Fmi negli ultimi 30 anni», ha chiarito Lagarde, precisando che per la Grecia un ritardo non sarebbe consigliabile nell'attuale situazione.

Un posticipo potrebbe essere classificato come ulteriore finanziamento, che arriverebbe da alcuni Paesi in posizioni peggiori della sua. Ma senza lo sblocco degli aiuti europei (7 miliardi circa), la prospettiva dei conti da pagare a maggio diventa molto rischiosa, tanto che la Lagarde si è detta «preoccupata» per la «situazione della liquidità» di Atene. E critiche a Tsipras arrivano anche dalla sua opposizione: Nea Dimokratia (ND, centro-destra) ed il socialista Pasok lo hanno accusato di essere a corto di opzioni.

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