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Strage in Tunisia, Gentiloni: "Ci sono due morti e due dispersi italiani"

Il ministro degli Esteri fa chiarezza sul bilancio delle vittime italiane

ROMA. Delle quattro vittime italiane comunicate dalle autorità tunisine, «due non sono vittime ma feriti», ma «ci sono due dispersi». Lo ha confermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ad Agorà sull'attacco di ieri a Tunisi. «Dobbiamo capire che la zona in cui è avvenuto l'attentato è una zona sotto il controllo delle autorità tunisine che per tutta la notte hanno lavorato all'identificazione dei cadaveri e dei feriti. Non c'era accesso alle ambasciate nè ad altri».

L'Italia «è un Paese sicuro che deve essere in allerta nei confronti delle minacce terroristiche, ma non deve sentirsi un Paese in guerra». «Di certo la Tunisia è stata colpita al cuore», ha detto il ministro degli esteri Paolo Gentiloni ad Agorà, ricordando le immagini diffuse sul web dei parlamentari tunisini che, nel momento dell'attacco terroristico al museo del Bardo, intonavano l'inno nazionale. «Tra loro, ha osservato Gentiloni, c'erano donne con il velo e senza, giovani e anziani. È il mix - ha osservato - di un paese democratico che ragiona in modo democratico».

I terroristi hanno voluto colpire la «grande speranza» che la Tunisia - «unico paese della primavera araba che ha portato avanti la sua transizione democratica» - rappresenta per il Maghreb e per il mondo arabo. - «Oggi in Italia tutti i livelli di allerta di mobilitazione delle forze di sicurezza sono al massimo e concentrati sulla minaccia terroristica». Così il ministro degli esteri Paolo Gentiloni ad Agorà pur precisando che «tecnicamente» siamo in una «fase di pre-massima allerta» terrorismo perchè l'intelligence non ha «minacce specifiche».

All'indomani dell'attacco terroristico di Tunisi il ministro Gentiloni esorta da una parte a non cedere a «nessun allarmismo», ma dall'altra sottolinea che «è chiaro che tutti i meccanismi di allerta in Italia sono al massimo. Dobbiamo proteggere i nostri confini, i nostri concittadini ed alzare i livelli di sicurezza sui possibili bersagli del terrorismo, tutte cose - ha assicurato Gentiloni - che il ministero interno sta facendo. I nostri servizi di intelligence sono attivi, abbiamo rafforzato la presenza navale nel Mediterraneo e finora - ha aggiunto - non esistono elementi di connessione tra fenomeno migratorio e terrorismo, ma nessuno può in teoria escluderlo».

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