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Le minacce dell'Isis contro l'Italia su Twitter: "#Arriviamo a Roma"

NEW YORK. «Stiamo arrivando a Roma» (#We_ Are_Coming_O_Rome): così il nuovo hashtag su Twitter creato dai jihadisti dell'Isis, secondo quanto riferisce la direttrice di Site, Rita Katz.

Nel tweet postato da Site i jihadisti rilanciano poi la loro minaccia: «L'Isis a Roma, con la volontà di Dio».

Appaiono inoltre foto che mostrano lunghi convogli di mezzi armati e carichi di militanti col passamontagna e le bandiere dello 'Stato islamico'.

La nuova minaccia dell'Isis all'Italia arriva con un hashtag su Twitter e alimenta le preoccupazioni per la situazione in Libia, sempre più caotica.

Una «situazione esplosiva», come l'ha definita Federica Mogherini, ministro degli Esteri della Ue.

Così mentre a New York, nella sede dell'Onu, si lavora incessantemente per trovare una soluzione alla crisi che infiamma la sponda sud del Mediterraneo, a Washington - dove i rappresentanti di 60 Paesi si sono confrontati sulle strategie anti-Isis - il segretario di Stato americano John Kerry si è incontrato per parlare di Libia proprio con la Mogherini e il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukri, alla presenza del numero uno dell'Onu Ban ki-Moon.

Proprio l'Egitto, intanto, ha presentato una bozza di risoluzione alle Nazioni Unite che prevede anche l'uso della forza militare in Libia se necessario. Un'opzione che però al momento non sembra essere presa in considerazione, almeno stando alla discussione avvenuta in seno al Consiglio di sicurezza. Discussione che ha rafforzato il fronte dei sostenitori della via diplomatica.

La priorità numero uno è quella di mettere insieme le varie fazioni che si confrontano in Libia in un contesto di unità nazionale contro le forze del terrore. Come emerso anche da una riunione a New York dell'Intenational Crisis Group sulla Libia composto da rappresentanti di Usa, Francia, Regno Unito, Italia, Germania, Spagna, Ue e Onu.  Intanto Obama ha rinnovato l'invito a rafforzare la coalizione mondiale che lotta contro l'estremismo.

«Non è una guerra dell'Occidente contro l'Islam. Non è uno scontro tra civiltà. Questa è la grande menzogna dei terroristi che non parlano a nome di un miliardo di musulmani», ha detto Barack Obama all'evento organizzato nella capitale Usa dalla Casa Bianca.

Un intervento che vuole essere innanzitutto un appello alle comunità islamiche di tutto il mondo: «Dobbiamo essere uniti nel combattere la piaga del terrore, la violenza inspiegabile su bambini, donne e minoranze religiose» che niente hanno a che fare con l'Islam e la religione, ha affermato il presidente americano, non esitando a definire «genocidio» ciò che stanno portando avanti gli estremisti, dall'Isis ad al Qaida a Boko Haram. Ma le parole di Obama suonano anche come un monito all'intera comunità internazionale: «Per sconfiggere il terrore bisogna combattere la povertà, l'oppressione, l'intolleranza. Quando le persone sono oppresse e i loro diritti umani vengono negati, quando regna l'intolleranza e il dissenso viene messo a tacere, tutto questo alimenta l'estremismo violento».

Tutti vengono quindi chiamati a «fare di più per sostenere chi alza la voce in nome della tolleranza e della pace, anche sul web», vero e proprio campo di battaglia contro la propaganda jihadista.

E proprio dalla rete arrivano le ultime inquietanti minacce al nostro Paese, come rivelato dal Site. «L'Isis a Roma, con la volontà di Dio», si legge in un tweet che inaugura l'hashtag «Stiamo arrivando a Roma». Tweet in cui appaiono immagini che mostrano lunghi convogli di mezzi armati carichi di militanti col passamontagna e le bandiere dello Stato islamico.

Il tema libico - assicura comunque il ministro degli Interni Angelino Alfano da Washington - è ormai al centro delle preoccupazioni della comunità internazionale: «Siamo stati in grado di trasformare la questione libica in una questione che sta al vertice dell'agenda mondiale».

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